Fratelli, ora contempliamo un mistero grande e meraviglioso. Pastori con grida di gioia si fanno avanti come messaggeri per i figli dell’umanità, non sui loro pascoli collinari con le loro greggi a conversare e non nei campi con le loro pecore che si divertono, ma piuttosto nella città di Davide, Betlemme, scandendo canti spirituali. Nei cieli cantano gli Angeli, proclamando inni; i celesti Cherubini e Serafini cantano lodi alla gloria di Dio: “Santo, Santo, Santo…”. Tutti insieme celebrano questa festa gioiosa, vedendo Dio sulla terra e l’umanità della terra in mezzo ai cieli.
Per divina provvidenza ciò che era in basso è stato elevato in alto, e l’Altissimo, per l’amore di Dio per gli uomini, si è chinato all’estremo, per cui l’Altissimo, per la sua umiltà, “è esaltato per mezzo dell’umiltà”. In questo giorno di grande festa, Betlemme è diventata simile al cielo, prendendo posto tra le stelle scintillanti ci sono Angeli che cantano il gloria e prendendo il posto del sole visibile – è l’indefinibile e incommensurabile Sole della Verità, che ha fatto esistere tutte le cose. Ma chi oserebbe indagare su un così grande mistero? “Dove Dio lo vuole, lì si capovolge l’ordine della natura”, e le leggi non possono impedirlo. E così, ciò che era impossibile per l’umanità da intraprendere, Dio lo ha fatto ed è sceso, facendolo per la salvezza dell’umanità, poiché nella volontà di Dio questa è la vita per tutta l’umanità.
In questo giorno gioioso, Dio è venuto per nascere; in questo grande giorno dell’avvento, Dio è diventato ciò che non era: essendo Dio, è diventato Uomo, per così dire, come se fosse stato rimosso dalla Divinità (sebbene la Sua Natura Divina non sia stata spogliata); fatto uomo, è rimasto Dio. Perciò, sebbene egli crescesse e fiorisse, tuttavia non fu come per un potere umano raggiungere la Divinità, né per alcuna capacità umana di essere fatto Dio; ma piuttosto come il Verbo, per miracolosa sofferenza, in cui si è incarnato e manifestato non essendo trasformato, non essendo fatto altro, non privato di quella natura divina che possedeva prima. In Giudea nasce il nuovo Re; ma questa nuova e meravigliosa natività che i gentili pagani sono giunti a credere, l’ebreo l’ha evitata. I farisei comprendevano in modo errato la Legge e i profeti. Quello che in esso era contraddittorio per loro, l’hanno spiegato erroneamente. Anche Erode si sforzò di conoscere questa nuova nascita, piena di mistero, eppure Erode lo fece non per riverire il re appena nato, ma per ucciderlo.
Colui che abbandonò gli angeli, gli arcangeli, i troni, i domini e tutti gli spiriti costanti e luminosi, solo lui che ha percorso un nuovo sentiero, esce da un inviolato grembo verginale di seme. Il Creatore di tutto viene per illuminare il mondo, non lasciando orfani i suoi angeli, e si manifesta anche come Uomo, uscito da Dio.
E io, sebbene io non veda nel Nuovo Nato né trombe (né altri strumenti musicali), né spada, né ornamenti corporei, né lampadari né lampade da cammino, e vedendo il coro di Cristo composto da coloro che sono umili di nascita e senza influenza, mi sembra persuadermi a lodarlo. Vedo animali muti e cori di giovani, come una specie di tromba, risonante di canto, come se prendesse il posto delle lampade e come risplendesse sul Signore. Ma cosa dirò di ciò che illuminano le lampade? Egli è la Speranza stessa e la Vita stessa, è la stessa Salvezza, la stessa Beatitudine, il punto focale del Regno dei Cieli. Egli stesso viene portato come offerta, perché traspaia in potenza l’annuncio degli Angeli celesti: “Gloria a Dio nell’Altissimo”, e con i pastori di Betlemme sia pronunciato il canto gioioso: ” La prima nascita è inspiegabile e la seconda è insospettabile; la prima nascita fu senza travaglio e la seconda fu senza impurità … Sappiamo, che ora è nato dalla Vergine, e crediamo, che è Lui, nato dal Padre prima di tutti i tempi. Ma che tipo di nascita fosse non vorremmo sperare di spiegarlo. Né con le parole tenterei di parlarne, né con il pensiero oserei avvicinarlo, poiché la natura divina non è soggetta all’osservazione, né avvicinabile al pensiero, né contenibile dall’infelice ragionamento. L’unico bisogno è credere nella potenza delle Sue opere. Le leggi della natura corporea sono evidenti: una donna sposata concepisce e partorisce un figlio secondo lo scopo del matrimonio; ma quando la Vergine non sposata partorisce miracolosamente il figlio, e dopo la nascita rimane Vergine, — allora è la natura corporea manifesta e superiore. Possiamo comprendere ciò che esiste secondo le leggi della natura corporea, ma di fronte a ciò che è al di là delle leggi della natura, rimaniamo in silenzio, non per paura, ma soprattutto per la fallibilità causata dal peccato. Dobbiamo necessariamente tacere, in silenziosa quiete per venerare la virtù con degna riverenza e, non oltrepassando i limiti (della parola), per ricevere i doni celesti.
Che dire e che cosa proclamare? Per parlare di più della Vergine che genera? Per deliberare di più sulla nascita miracolosa? Non ci si può che stupire, nel contemplare la nascita miracolosa, poiché essa capovolge le leggi ordinarie e l’ordine della natura e delle cose. Delle opere mirabili (di Dio) si potrebbe dire in breve, che sono più mirabili delle opere della natura, poiché nella natura nulla genera se stesso per volontà propria, sebbene vi sia la libertà di essa: meravigliose quindi sono tutte le opere del Signore, che le ha fatte esistere. Oh mistero immacolato e inspiegabile! Colui che prima della stessa creazione del mondo era l’Unigenito, Senza Paragone, Semplice, Incorporeo, si è incarnato e discende (nel mondo), vestito di un corpo corruttibile, affinché sia visibile a tutti. Perché se non fosse visibile, allora in che modo ci insegnerebbe a osservare i suoi precetti e come ci condurrebbe alla realtà invisibile? Fu per questo dunque che si fece apertamente visibile, per condurre quelli del mondo visibile all’invisibile.
Tanto più le persone ritengono che la loro vista sia un testimone più credibile che un semplice sentito dire; si fidano di ciò che vedono e dubitano di ciò che non vedono. Dio ha voluto essere visibile nel corpo, per risolvere e dissipare i dubbi. Volle nascere dalla Vergine, non iniziare da Lei qualcosa di superfluo e in cui la Vergine non conosceva le ragioni della cosa, ma il mistero della Sua nascita è un atto di bontà immacolato, in cui la Vergine stessa chiese a Gabriele: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1, 34), alla quale domanda Ella riceve in risposta: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Ma in che modo il Verbo, che era Dio, uscì dunque dalla Vergine? Questa… è una meraviglia inspiegabile. Proprio come un orafo, ottenuto il metallo, ne fa una cosa adatta all’uso, così fece anche Cristo: trovando la Vergine senza macchia sia nello spirito che nel corpo, assunse da lei un corpo conformato allo spirito, conforme ai suoi intenti, e vi si rivestì, come in un vestito. In questo mirabile giorno della Natività, il Verbo non ebbe né paura né vergogna di uscire dal grembo verginale, né giudicò indegno di sé assumere la carne dalla sua creazione, perché la creazione, fatta la veste del Creatore, dovesse essere stimata degna di gloria, e così che la misericordia dovrebbe essere resa nota quando si è rivelata, nel modo in cui Dio è disceso per la sua bontà. Come sarebbe impossibile che un vaso di creta appaia prima che sia creta nelle mani del vasaio, così parimente sarebbe impossibile che il vaso corruttibile (della natura umana) si rinnovi altrimenti, per farne l’abito del Creatore, che ne è rivestito.
Che altro dire, cosa devo ancora esporre? Le nuove meraviglie mi colpiscono con soggezione. L’Antico dei Giorni si è fatto Bambino, per rendere gli uomini figli di Dio. Seduto in gloria nei Cieli, a causa del Suo amore per l’umanità, Egli ora giace in una mangiatoia di bestie mute.
L’Inappassionato, l’Incorporeo, l’Incomprensibile è preso dalle mani dell’uomo, per espiare la violenza dei peccatori e degli iniqui e liberarli dalla loro schiavitù, per essere avvolto in fasce ed essere nutrito sulle ginocchia della Donna, affinché la vergogna sia trasformata in onore, l’empietà essere condotta alla gloria, e al posto delle spine una corona. Egli ha preso il mio corpo, in modo che io sia reso capace di avere in me il Suo Spirito – Egli si è appropriato (la mia natura), vestendosi del mio corpo, e mi dà il Suo Spirito, così che io, dando e ricevendo a sua volta, cosa devo dire e cosa proclamare? “Ecco, una Vergine nel grembo concepirà e partorirà un figlio, e lo chiameranno Emmanuele, che significa: Dio è con noi” (Mt 1,23). Il detto qui non tratta di qualcosa per il futuro di cui potremmo imparare a sperare, ma piuttosto ci parla di qualcosa che è già accaduto e ci riempie di stupore per qualcosa che è già stato realizzato. Ciò che prima era detto agli ebrei e si è adempiuto in mezzo a loro, ora è così realizzato in mezzo a noi come un avvenimento, di cui abbiamo ricevuto (questa profezia), e l’abbiamo adottata, e abbiamo creduto in essa. Il profeta dice agli ebrei: «Ecco, una vergine concepirà» (Is 7,14); per i cristiani, invece, il detto spetta al compimento dell’atto effettivo, l’intero tesoro dell’evento reale. In Giudea una Vergine ha partorito, ma tutte le terre del mondo hanno accolto Suo Figlio. Là era la radice della vite; qui, la vite della verità. I Giudei hanno spremuto il torchio e i Gentili hanno gustato il Sangue sacramentale; quegli altri hanno piantato il chicco di grano, e questi prosperano grazie alla mietitura della fede. I Giudei sono stati trafitti dalle spine, i Gentili sono saziati dalla messe; quegli altri sedevano sotto l’albero della desolazione, e questi – sotto l’albero della vita; quelli esponevano i precetti della Legge, ma i Gentili raccolgono i frutti spirituali. La Vergine ha partorito non Se stessa da Se stessa, ma come ha voluto Lui avendo bisogno di nascere. Dio non ha agito in modo corporeo, Dio non si è subordinato alla legge della carne, ma il Signore della natura corporea si è manifestato per apparire nel mondo con una nascita miracolosa, per rivelare la sua potenza e mostrare che essendosi fatto uomo, è nato non come un semplice uomo, che Dio si è fatto uomo, poiché per la sua volontà nulla è difficile.
Nel presente grande giorno Egli è nato dalla Vergine, avendo superato l’ordine naturale delle cose. È superiore al matrimonio e libero da contaminazione. Bastava che Egli, maestro di purezza, risplendesse gloriosamente, per emergere da un grembo puro e immacolato. Poiché Egli è Quello stesso, che nel principio creò Adamo dal suolo vergine, e da Adamo senza matrimonio gli generò sua moglie Eva. E come Adamo era senza moglie prima di averne una e la prima donna fu allora messa al mondo, così anche oggi la Vergine senza uomo partorisce Colui del quale parlò il profeta: “Egli è Uomo, chi è che lo conosce?” L’Uomo Cristo, chiaramente visto dall’umanità, nato da Dio, è tale che occorreva il genere femminile per perfezionare quello del genere umano, affinché nascesse perfettamente uomo da donna.
Perciò la Vergine, senza convivenza con l’uomo, partorì Dio Verbo, fatto Uomo, sicché in egual misura fu per lo stesso miracolo conferito eguale onore all’una e all’altra metà, uomo e donna. E come da Adamo fu tolta la donna senza che essa diminuisse, così anche dalla Vergine fu tolto il corpo (Nato da lei), nel quale anche la Vergine non subì diminuzioni e la sua verginità non subì danno. Adamo dimorava sano e salvo, quando gli fu tolta la costola: e così senza macchia dimorò la Vergine, quando da Lei fu generato Dio il Verbo. Per questo motivo, in particolare, la parola ha assunto dalla Vergine la sua carne e il suo vestito (corporeo), in modo che non fosse considerato innocente del peccato di Adamo. Poiché l’uomo, colpito dal peccato, era divenuto vaso e strumento del male, Cristo prese su di Sé questo ricettacolo del peccato nella Sua stessa carne affinché, essendo il Creatore unito al corpo, questo fosse così liberato dalla sozzura del nemico e l’uomo fosse così rivestito di un corpo eterno, che non perirà né sarà distrutto per tutta l’eternità. Inoltre, Colui che è diventato il Dio-Uomo nasce, non come ordinariamente nasce l’uomo, nasce come Dio fatto uomo, manifestando ciò per la sua stessa potenza divina, poiché se fosse nato secondo le leggi generali della natura, la Parola sarebbe sembrata come qualcosa di imperfetto. Quindi, nacque dalla Vergine e risplendette; perciò, essendo nato, conservò indenne il grembo verginale, affinché il modo finora inaudito della Natività fosse per noi segno di grande mistero.
Cristo è Dio? Cristo è Dio per natura, ma non per ordine della natura si è fatto uomo. Così dichiariamo e crediamo in verità, chiamando a testimoniare il sigillo della verginità intatta: come Onnipotente Creatore del grembo e della verginità, scelse una modalità di nascita indecorosa e si fece Uomo, come volle.
In questo grande giorno, ora celebrato, Dio è apparso come Uomo, come Pastore della nazione d’Israele, che ha ravvivato tutto l’universo con la sua bontà. O cari guerrieri, campioni gloriosi dell’umanità, che avete predicato Betlemme come luogo della Teofania e della Natività del Figlio di Dio, che avete fatto conoscere a tutto il mondo il Signore di tutti, giacendo in una mangiatoia, e avete indicato Dio contenuto in una stretta caverna!
E così, ora glorifichiamo con gioia una festa degli anni. Come quindi le leggi delle feste sono nuove, così ora anche le leggi della nascita sono meravigliose. In questo grande giorno ora celebrato, di catene frantumate, di Satana svergognato, di tutti i demoni in fuga, la morte che tutto distrugge è sostituita dalla vita, il paradiso è aperto al ladro, le maledizioni si trasformano in benedizioni, tutti i peccati sono perdonati e il male bandito , la verità è venuta, e hanno proclamato notizie piene di riverenza e amore per Dio, i tratti puri e immacolati sono impiantati, la virtù è esaltata sulla terra, gli angeli sono venuti insieme alle persone e le persone hanno il coraggio di conversare con gli angeli. Da dove e perché è successo tutto questo? Da questo, che Dio è disceso nel mondo ed ha esaltato l’umanità al Cielo.
Si compie una certa trasposizione di tutto: Dio che è perfetto è disceso sulla terra, sebbene per natura rimanga interamente nei cieli, anche nel momento in cui nella sua interezza si trova sulla terra. Egli era Dio e si fece Uomo, non negando la sua Divinità: non si fece Dio, poiché tale fu sempre per sua stessa natura, ma si fece carne, perché fosse visibile a tutto ciò che è corporeo. Colui, che nemmeno gli abitanti del cielo possono guardare, scelse come sua abitazione una mangiatoia, e quando venne, tutto intorno a lui divenne silenzioso. E per nient’altro giaceva nella mangiatoia, se non per questo, che nel dare il nutrimento a tutti, avrebbe dovuto per sé estrarre il nutrimento dei bambini dal seno materno e con questo benedire il matrimonio.
In questo grande giorno le persone, lasciando le loro faccende ardue e serie, si fanno avanti per la gloria del Cielo, e apprendono dal luccichio delle stelle che il Signore è disceso sulla terra per salvare la Sua creazione. Il Signore, seduto sopra una nuvola veloce, entrerà in Egitto in carne e ossa (Is 19,1), visibile fuggendo da Erode, proprio in quel gesto che ispira il detto di Isaia: «In quel giorno Israele sarà terzo tra gli Egiziani” (Is 19,24).
La gente entrava nella Grotta, senza pensarci prima, ed essa divenne per loro un tempio sacro. Dio è entrato in Egitto, nel luogo dell’antica tristezza per portare la gioia, e nel luogo dell’oscurità oscura per diffondere la luce della salvezza. Le acque del Nilo erano diventate contaminate e dannose dopo che i bambini vi erano morti con morte prematura. Apparve in Egitto Colui che un tempo trasformò l’acqua in sangue e che in seguito trasformò queste acque in sorgenti d’acqua di rinascita, mediante la grazia dello Spirito Santo che purificava i peccati e le trasgressioni. Il castigo una volta colpì gli egiziani, poiché nei loro errori sfidarono Dio. Ma ora Gesù è venuto in Egitto e ha seminato in esso il rispetto per Dio, così che, rigettando dall’anima egiziana i suoi errori, si sono resi amici di Dio.
Per non dilungarci troppo nel discorso e per concludere brevemente quanto detto, domandiamo: in che modo il Verbo impassibile si è fatto carne e si è reso visibile, dimorando immutabile nella sua natura divina? Ma cosa devo dire e cosa dichiarare? Vedo il falegname e la mangiatoia, l’Infante e la Vergine partoritrice, abbandonati da tutti, appesantiti dalla fatica e dal bisogno. Ecco a quale grado di umiliazione è disceso il grande Dio. Per noi «povero, che era ricco» (2 Cor 8,9): fu messo in pessime fasce, non su un morbido letto. O povertà, fonte di ogni esaltazione! O miseria, che riveli tutti i tesori! Egli appare ai poveri e arricchisce i poveri; Egli giace in una mangiatoia per animali e con la sua parola mette in moto tutto il mondo.
Cosa dovrei ancora dire e proclamare? Vedo il Bambino, in fasce e adagiato nella mangiatoia; Maria, la Vergine Madre, le sta davanti insieme a Giuseppe, detto Suo Sposo. Egli è chiamato Suo marito, e Lei sua moglie, di nome ma così e apparentemente sposata, anche se in realtà non erano coniugi, era promessa sposa di Giuseppe, ma lo Spirito Santo discese su di lei, così come dice il santo evangelista: “Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra: e Colui che nascerà è Santo”. (Lc 1,35) ed è del seme del Cielo. Giuseppe non osò parlare in opposizione, e il giusto non volle rimproverare la Santa Vergine; non volle credere ad alcun sospetto di peccato né pronunciare contro la Santa Vergine parole di calunnia; ma il Figlio che doveva nascere non volle riconoscerlo come suo, poiché sapeva, che Egli non era suo. E sebbene fosse perplesso e avesse dubbi su chi dovesse essere un tale bambino e ci meditasse sopra, ebbe allora una visione celeste, gli apparve un angelo e lo incoraggiò con le parole: “Non temere, Giuseppe, figlio di Davide; Colui che nascerà da Maria è chiamato Santo e Figlio di Dio”; cioè: “lo Spirito Santo scenderà sulla Vergine Immacolata e la potenza dell’Altissimo la coprirà con la sua ombra” (Mt 1,20-21; Lc 1,35).
Veramente doveva nascere dalla Vergine, conservando indenne la sua verginità. Proprio come la prima vergine era caduta, attirata da Satana, così ora Gabriele porta nuove notizie alla Vergine Maria, in modo che una vergine acconsentisse ad essere la Vergine, e alla Natività – per nascita. Sedotta dalle tentazioni, Eva una volta pronunciò parole di rovina; Maria, a sua volta, accogliendo la novella, ha partorito il Verbo incorporeo e vivificante. Per le parole di Eva, Adamo fu scacciato dal paradiso; il Verbo, nato dalla Vergine, rivelò la Croce, mediante la quale il ladrone entrò nel paradiso di Adamo. Sebbene né i gentili pagani, né i giudei, né i sommi sacerdoti credessero che da Dio potesse nascere un Figlio senza travaglio e senza uomo, ora è così ed è nato nel corpo, capace di sopportare le sofferenze, mentre conservava inviolato il corpo della Vergine.
Così ha manifestato la sua onnipotenza, nato dalla Vergine, conservando intatta la verginità della Vergine, ed è nato da Dio senza complicazioni, travagli, male o separazione dall’abbandono dell’immutabile Essenza Divina, nato Dio da Dio. Poiché l’umanità ha abbandonato Dio, in luogo Suo adorava immagini scolpite dagli uomini, il Dio Verbo ha assunto l’immagine dell’uomo, affinché, bandendo l’errore e restaurando la verità, consegnasse all’oblio il culto degli idoli e per esserGli riconosciuto il Divino onore, poiché a lui spetta ogni gloria e onore nei secoli dei secoli.