ANOUB

ἀββᾶς Ἀνοὺβ

Anoub, come apprendiamo dal primo detto che va sotto il suo nome, era uno dei sette fratelli di Poemen che troveremo ampiamente più avanti nella raccolta. Tre dei fratelli, Anoub, Paesius e Poemen, vissero inizialmente insieme a Scete, con Poemen come capo. Dopo la prima devastazione di Scete (407-8) si recarono con i loro fratelli a Terenuthis (su un ramo del Nilo a 60 km a N.O. del Cairo), dove decisero di rimanere insieme e di vivere la vita cenobitica, con Anoub a capo. La devastazione di Scete segna un punto di svolta nella storia del primo monachesimo in Egitto; i monaci si dispersero e gradualmente il centro si spostò dall’Egitto alla Palestina. Dalla sua storia apprendiamo che la formazione delle comunità cenobitiche è dovuta anche a questione di sicurezza rispetto alle davastazioni degli invasori.

1. Abba Giovanni disse di Abba Anoub e Abba Poemen e degli altri fratelli che provengono dallo stesso grembo e sono stati fatti monaci a Scete, che quando arrivarono i barbari e misero a soqquadro quella regione per la prima volta, partirono per un luogo chiamato Terenuthis finché non decisero dove stabilirsi. Rimasero in un vecchio tempio per diversi giorni. Poi Abba Anoub disse ad Abba Poemen: “Per amore fai così: viviamo in silenzio, ognuno per conto suo, senza incontrarci per tutta la settimana”. Abba Poemen rispose: “Faremo come vuoi tu”. Così fecero. Nel tempio c’era una statua di pietra. Quando si svegliava al mattino, Abba Anoub lanciava pietre sul volto della statua e la sera le diceva: “Perdonami”. Per tutta la settimana fece così. Il sabato si riunirono e Abba Poemen disse ad Abba Anoub: “Abba, Ti ho visto per tutta la settimana lanciare pietre sul volto della statua e inginocchiarti per chiederle perdono. Un agisce così?”. Il vecchio gli rispose: “L’ho fatto per il tuo bene. Quando mi hai visto lanciare pietre sul volto della statua, essa ha parlato o si è arrabbiata?”. Abba Poemen rispose: “No”, quando mi sono chinato in segno di penitenza, si è turbata e ha detto: “Io non ti perdonerò?”. Anche in questo caso Abba Poemen rispose: “No”. Allora l’anziano vecchio riprese: “Ora siamo sette fratelli; se vuoi che viviamo insieme, facciamo così”. Se vuoi che viviamo insieme, fa’ che siamo come questa statua, che non si muove né se la si picchia né se la si lusinghi.  Se non volete diventare come questa, ci sono quattro porte qui nel tempio, che ognuno vada dove vuole”. Allora i fratelli si prostrarono e dissero a Abba Anoub: “Faremo come vuoi, padre, e ascolteremo quello che ci dirai”. Abba Poemen aggiunse: “Viviamo insieme per il resto del nostro tempo, lavorando secondo la parola che l’anziano ci ha dato”. Costituì uno come economo e tutto ciò che portava loro, mangiavano e nessuno di loro poteva dire: “Portaci qualcos’altro”, o anche “non vogliamo mangiare questo”. Così passarono tutto il tempo in tranquillità e pace.

2. Abba Anoub disse: “Dal giorno in cui il nome di Cristo è stato invocato su di me, nessuna menzogna è uscita dalla mia bocca”.