Nepsis
nepsis
sostantivo: vigilanza
Uno stato di allerta spirituale, vigilanza e attenzione sui movimenti del nous e del cuore, che protegge da pensieri dannosi, tentazioni e distrazioni; consente alla propria volontà di allinearsi con la Volontà di Dio; di comunicare con il Santo Spirito.
Sant’Esichio il Sacerdote definisce la nepsis come “un continuo fissare e arrestare il pensiero all’ingresso del cuore”.
Il termine deriva dalla Prima Lettera di Pietro del Nuovo Testamento (5,8):
νήψατε, γρηγορήσατε. ὁ ἀντίδικος ὑμῶν διάβολος ὡς λέων ὠρυόμενος περιπατεῖ ζητῶν τινα καταπιεῖν
Sii vigilante e sobrio, il tuo nemico, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando qualcuno da divorare.
La purificazione dell’anima, scopo della vita cristiana e primo stadio verso la divinizzazione dell’uomo che si ottiene solo attraverso la grazia divina, è perseguita attraverso gli sforzi di adempiere ai comandamenti di Cristo:
- la partecipazione ai Santi Misteri della Chiesa cristiana ortodossa
- la preghiera privata inclusa la devozione alla Preghiera di Gesù
- il digiuno secondo il calendario della Chiesa
- lo studio della Sacra Scrittura e delle vite dei santi
- la vigilanza (nepsis) sui pensieri per impedire che i pensieri peccaminosi penetrati nel cuore diventino poi azioni peccaminose e quindi passioni consolidate e abitudinarie.
Man mano che il cristiano si purifica, col tempo raggiunge lo stadio di theoria o illuminazione. A questo punto, inizia la vita contemplativa. Ogni pratica ascetica deve essere intesa semplicemente come il mezzo con cui si persegue l’obiettivo della vita cristiana. Questa è l’acquisizione del Santo Spirito (San Serafino, Dialogo con Motovilov) che conduce nello stadio più avanzato alla theosis, che significa la “deificazione” dell’uomo. Secondo Sant’Atanasio e altri Santi Padri, “Dio si è fatto uomo affinché l’uomo possa diventare dio”.