Achille

ἀββᾷ Ἀχιλᾷ. Padre del deserto, monaco

Secondo un detto conservato solamente nella lingua armena, il padre Teodoro di Ferme disse del padre Achille che visse come un leone a Scete. Lo stesso  padre Achille diceva: “Vivi come una bestia selvatica, per non essere conosciuto in alcun modo”. (Eth. Coll. 13,65) Non stupiamoci quindi di sapere così poco di questo vecchio rude che, tuttavia, non poteva nasconderci completamente la diligenza e la profondità della sua carità. Nella memoria dei santi asceti che la Chiesa Ortodossa pone all’inizio della grande celebrazione quaresimale, si menzionano Achille e Amoe chiamandoli «i fiori del deserto»

Apoftegmi (Detti)




Aghion Oros

gr. Aγιov Opoç
“Santo Monte”. E’ il modo greco più usato per indicare la penisola monastica dell’Athos. S. Atanasio l’Athonita, con l’appoggio dell’Imperatore Niceforo Focas di cui era padre spirituale, fondò il primo monastero sull’Athos, la Grande Lavra, all’estremo sud della penisola nel 963 d.c.
Nel 972 d.c. fu redatto il primo statuto costituzionale, il “Tragos” o Carta del Monte Santo, con il quale si definivano le norme per l’organizzazione e l’amministrazione della vita all’interno dei monasteri, riconoscendo l’Athos come uno stato indipendente e monastico.
Dal X secolo affluirono sulla penisola religiosi di diverse nazionalità, tra cui anche Benedettini amalfitani che fondarono l’omonimo monastero, rimasto a lungo attivo anche dopo lo “Scisma d’Oriente” del 1059.
Nei periodi di massimo splendore, il numero dei monaci sul monte Athos raggiunse i 30.000, ma già nel 1904 erano ridotti a circa 5.000, divisi nei vari monasteri.
Oggi sono circa 2.500, presenti in varie comunità.
Sulla penisola sono presenti 20 monasteri principali, ma anche 12 Skiti e 250 Celle, cioè comunità monastiche più piccole, autonome per la loro organizzazione interna, ma sotto la giurisdizione di uno dei monasteri principali. Gli organi amministrativi supremi sono la “Sacra Comunità”, che risiede a Karyes, il capoluogo della penisola, e che si riunisce due volte la settimana per affrontare e risolvere i problemi quotidiani del Monte Athos e la “Doppia Synaxis” che si riunisce in caso di necessità per affrontare i problemi straordinari. L’organo legislativo e giuridico superiore è la “Ierà Synaxis” o adunanza delle comunità, formata dai 20 Igumeni (gli Abati dei 20 monasteri) che si riunisce due volte all’anno.
I monaci chiamano il Monte Santo “Orto della Madonna”, che onorano come protettrice e Badessa di tutta la comunità monastica. L’ingresso al Monte Athos è assolutamente vietato alle donne.

La comunità monastica del Monte Athos ( Hagion Oros ) è geograficamente definita dai confini della penisola di Athos, la parte più orientale della più grande penisola Calcidica, essendo una comunità autonoma all’interno del territorio greco.

Il Monte Athos è una comunità esicasta vivente di adorazione con una presenza continua e ininterrotta che si estende per oltre un millennio. Si compone di venti monasteri sovrani, skētes (comunità più piccole di eremiti cristiani con un’area comune di culto), celle e kathismata (unità con una piccola chiesa gestite dai monaci che vivono sotto la supervisione spirituale e amministrativa di un monastero) sparse per la penisola. Per più di mille anni consecutivi, il Sacro Monte opera come uno dei più importanti conservatori culturali sia per la civiltà cristiana ortodossa che per quella greca. 

sito ufficiale: https://www.mountathos.org/en-US/Home-en.aspx




Ammonas

Padre del Deserto, Monaco e Vescovo. Abba Ammonas fu un discepolo di Antonio il Grande e suo successore sul monte Pispir. Molto probabilmente proveniva da Scete come nel suo detto n.3:  Abba Ammonas disse: “Ho trascorso quattordici anni a Scete chiedendo a Dio notte e giorno di concedermi la vittoria sull’ira”. Più tardi divenne Vescovo (detto n. 8). Sono attribuite al lui anche diverse lettere che riportiamo in un’altro nostro articolo.

Biografia

Apoftegmi (detti)

Lettere




Antidoron

in greco Ἀντίδωρον
“Al posto del dono”. Durante la celebrazione eucaristica solo una minima parte del pane preparato viene
consacrata, il resto è semplicemente benedetto e distribuito poi ai presenti alla fine della Liturgia.
Viene pure inviato come segno di comunione con quanti, per varie ragioni, non hanno potuto partecipare ai divini misteri.  Proviene dai resti dei pani (Prosphora) da cui vengono tagliate porzioni per la consacrazione Eucaristica durante la Divina Liturgia. La parola Ἀντίδωρον significa “invece dei doni”, cioè “invece dei doni eucaristici”.




Aposticha

L’Aposticha è una parte dei Vespri o dell’Orthros composta da inni liturgici (tropari) cantati nell’ultima parte del Vespro o dell’Orthros, intercalati con versi o brevi salmi. Gli inni provengono da vari libri dei servizi, vale a dire Oktoichos, Minei, Pentecostarion e Triodion.