IL SANTO SERAPIONE IL SINDONITA (V sec.)
Sindone significa “telo di lino” in cui venivano avvolti i corpi dei morti. Serapione era chiamato il Sindonita perché copriva il suo corpo nudo con un unico telo di lino. Portava in mano un libro dei Vangeli. Serapione viveva come un uccello senza tetto e senza preoccupazioni, spostandosi da un luogo all’altro. Diede la sua sindone a un bisognoso che tremava per il gelo e rimase completamente nudo. Quando qualcuno gli chiese: “Serapione, chi ti ha scoperto?”. Egli indicò i Santi Vangeli e disse: “Questo!”. In seguito diede persino il libro dei Vangeli come riscatto per un uomo indebitato il cui creditore lo minacciava di prigione per questo debito. Una volta ad Atene, non mangiò nulla per quattro giorni perché non aveva nulla a disposizione e cominciò a piangere per la fame. Quando i filosofi ateniesi gli chiesero perché gridasse così, Serapione rispose: “Avevo tre debiti; due li ho soddisfatti, ma il terzo mi tormenta ancora. Il primo creditore è la lussuria carnale, che mi ha tormentato fin dalla giovinezza; il secondo creditore è l’avarizia e il terzo creditore è lo stomaco. Questi due mi hanno lasciato, ma il terzo mi tormenta ancora”. I filosofi gli diedero una moneta d’oro per comprare del pane. Andò da un fornaio, comprò solo una pagnotta, lasciò la moneta d’oro e se ne andò. In età avanzata, si presentò pacificamente al Signore. Era il V secolo.