Lettera del Vescovo di Alessandria, Alessandro, a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica

Lettera del Vescovo di Alessandria, Alessandro, a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica

Alessandro, ai nostri amati e onoratissimi concelebranti di tutta la Chiesa cattolica.

Saluti nel Signore!

[2] Poiché la Chiesa cattolica è un solo corpo e le divine Scritture ci comandano di mantenere «il vincolo dell’unità e della pace» [Ef 4,3], ne consegue che dobbiamo scriverci e informarci vicendevolmente delle cose accadute tra ciascuno di noi, affinché se un membro soffre o si rallegra, noi possiamo compatire o rallegrarci l’uno con l’altro [1 Cor 12,26]. [3] Nella nostra diocesi sono sorti recentemente uomini empi e anticristiani, che insegnano un’apostasia che si potrebbe ragionevolmente considerare ed etichettare come precorritrice dell’Anticristo.

[4] Avrei voluto passare questa questione sotto silenzio, affinché, se possibile, il male fosse confinato ai soli sostenitori e non si diffondesse in altre regioni e contaminasse le orecchie degli innocenti. Ma Eusebio, ora vescovo a Nicomedia, pensando che gli interessi della Chiesa gravassero inetramente su di sé, dopo aver abbandonato il suo ufficio a Beirut e aver bramato la Chiesa di Nicomedia, senza essere stato per questo punito, si è ora posto alla testa di questi apostati, osando anche scrivere lettere in tutte le direzioni in loro sostegno, sperando di trascinare qualcuno degli ignoranti in questa vergognosa e anticristiana eresia. Quindi, poiché conosco ciò che sta scritto nella legge, non potevo più tacere, ma dovevo informarvi di tutte queste cose, [5] affinché voi siate informati su quali persone sono cadute nell’apostasia e anche delle terribili minacce causate dalla loro eresia e non prestiate attenzione a nulla di ciò che Eusebio vi scrive. Volendo, infatti, ora utilizzare questi avvenimenti per resuscitare la sua vecchia malevolenza, che sembrava essere stata messa a tacere nel tempo, finge di scrivere a loro nome, mentre i fatti dimostrano che lo fa per promuovere la propria causa. [6] Questi dunque sono coloro che sono diventati apostati: Ario, Achilla, Aitale e Carpone, un secondo Ario, Sarmati, che una volta erano tutti presbiteri; Euzoio, Lucio, Giulio, Mena, Elladio e Gaio, che una volta erano tutti diaconi; e con questi anche Secondo e Teona, che un tempo erano chiamati Vescovi.

[7] I dogmi che, andando oltre la Scrittura, hanno inventato e affermato sono i seguenti:

«Dio non è sempre stato il Padre, ma c’è stato un tempo in cui Dio non era il Padre.

Il Verbo di Dio non è sempre esistito, ma è nato dal nulla, perché “il Dio che è” ha creato dal nulla “colui che prima non esisteva”. Per questo c’era una volta in cui non esisteva; poiché il Figlio è una creatura ed un essere creato.

Egli non è né essenzialmente simile al Padre, né è per natura il vero Logos del Padre né la sua vera Sapienza, ma piuttosto una delle cose che ha fatto e una di quelle che ha generato. Egli è chiamato Verbo e Sapienza solo per analogia, poiché egli stesso è nato dall’attuale Logos di Dio e dalla Sapienza che è in Dio, mediante la quale Dio ha creato tutte le cose compreso lui.

[8] La sua natura è mutevole e suscettibile di cambiamento, come lo sono tutti gli esseri razionali. E così il Logos è estraneo, diverso ed escluso dalla sostanza di Dio; e il Padre è invisibile al Figlio. Infatti il Logos non conosce il Padre in modo perfetto e preciso, né lo può vedere perfettamente. Il Figlio infatti non conosce neppure la propria essenza così come essa è, [9] poiché egli è stato fatto per noi, affinché Dio potesse crearci per mezzo di lui, come per mezzo di uno strumento, e non sarebbe mai esistito se Dio non avesse voluto crearci».

[10] Qualcuno chiese loro se la Parola di Dio potesse volgersi al male, come ha fatto il diavolo. E non avevano paura di rispondere: “Sì, potrebbe. In quanto è creato, la sua natura può cambiare”. [11] Noi dunque, riuniti con quasi cento vescovi d’Egitto e di Libia, abbiamo lanciato un anatema su queste cose dette da Ario e da coloro che senza vergogna lo hanno seguito. I seguaci di Eusebio li hanno accolti e hanno cercato di fondere la menzogna con la verità e l’empietà con ciò che è sacro. Ma non ci riusciranno. Perché la verità deve trionfare e «la luce non ha alcuna comunione con le tenebre, né Cristo può essere in accordo con Belial» [2 Cor 6,14].

[12] Chi infatti ha mai udito tali cose? Oppure, chi ora sentendo ciò non si stupisce e non si tappa le orecchie per non sentire espressioni così immonde? Chi, ascoltando Giovanni dire: “In principio era il Logos” [Gv 1,1], non condanna coloro che dicono: “Ci fu un tempo in cui il Logos non esisteva”? Oppure chi, sentendo nel Vangelo del Figlio unigenito [Gv 3,16.18], e che «per mezzo di lui tutte le cose sono state fatte» [Gv 1,3, cfr Rm 11,36], non odierà coloro che proclamano che il Figlio è una delle cose fatte? Come può essere una delle cose fatte per mezzo di lui stesso? Oppure, come può essere unigenito se è annoverato tra le cose create? E come potrebbe nascere dal nulla quando il Padre ha detto: “Il mio cuore ha proferito una parola buona” [LXX Sal 44:2]; e «ti ho generato dal grembo materno davanti alla stella del mattino» [LXX Sal 109,3]?

[13] O come può essere per sostanza diverso dal Padre Colui che è l’immagine perfetta e il riflesso del Padre [Eb 1,3] e che dice: «Chi ha visto me, ha visto il Padre»? [Gv 14,9] Ancora una volta, come mai se il Figlio è il Logos e la Sapienza di Dio, potrebbe esserci un tempo in cui non esisteva? Ciò equivale a dire che Dio una volta era senza Parola e senza Sapienza. [14] Come può essere mutevole e suscettibile al cambiamento chi dice di sé: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» [Gv 10,38; 14,10- 11] e «Io e il Padre siamo uno» [Gv 10,30]; e ancora attraverso il profeta: «Guardatemi perché io sono e non sono mutato» [Mal 3,6]? Se qualcuno potesse usare questa espressione per lo stesso Padre, sarebbe ancora più appropriato parlare del Logos, perché egli non è cambiato quando si è fatto uomo, ma, come dice l’Apostolo: «Gesù Cristo, lo stesso ieri, oggi e sempre [Eb 13,8]. Chi allora potrebbe persuaderci a dire che è stato creato per noi, quando Paolo scrive che «per lui e per mezzo di lui esistono tutte le cose» [Rm 11,38]?

[15] Non c’è da meravigliarsi della loro blasfema affermazione secondo cui il Figlio non conosce perfettamente il Padre. Infatti, una volta decisi a combattere contro Cristo, rifiutano anche la sua stessa voce quando dice: «Come il Padre conosce me, anch’io conosco il Padre» [Gv 10,15]. Ma, se il Padre conosce solo parzialmente il Figlio è chiaro che il Figlio può conoscere solo parzialmente il Padre. Ma, se ciò fosse improprio e se il Padre conosce perfettamente il Figlio è anche chiaro che come il Padre conosce il proprio Logos, così anche il Logos conosce il proprio Padre, di cui è Logos. [16]  Affermando queste cose e spiegando le divine Scritture, abbiamo spesso confutato questi uomini, ma essi, come camaleonti, mutarono nuovamente se stessi, trascinandosi ostinatamente fino a ciò che sta scritto: «Quando l’empio sprofonda negli abissi del male, diventa sprezzante» [LXX Prov 18,3]. Sebbene davanti a loro siano sorte molte eresie che andando ben oltre ciò che si dovrebbe osare cadevano nella totale stoltezza, costoro, tentando in tutti i loro discorsi di eliminare la divinità del Logos, si sono avvicinati all’Anticristo e hanno superato tutti i loro predecessori.   Per questo motivo sono stati denunciati pubblicamente e anatematizzati dalla Chiesa.

[17] Siamo davvero addolorati per la loro distruzione e soprattutto perché ora si sono allontanati dagli insegnamenti che un tempo avevano appreso nella Chiesa, anche se non ne siamo sorpresi. Allo stesso modo caddero Imeneo e Fileto e prima di loro Giuda, che era stato seguace del Salvatore, ma poi divenne traditore e apostata.

[18] Né dovremmo essere ignoranti riguardo a questi uomini, poiché il Signore stesso ha detto: «Guardate che nessuno vi inganni; poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono Cristo”, e “il tempo è vicino”, e inganneranno molti. Non seguiteli» [Lc 21,8, Mt 24,5]. E Paolo, avendo imparato queste cose dal Salvatore, scrisse:

«Che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla sana fede, seguendo spiriti ingannatori e insegnamenti di demoni, allontanandosi dalla verità» [1 Tim 4,1 – 2 Tim 4,4]. [19] Poiché il Signore e Salvatore nostro, Gesù Cristo, ci ha ordinato personalmente e predetto per mezzo dell’Apostolo a riguardo a questi uomini, ne consegue che noi stessi, avendo udito la loro empietà, li abbiamo condannati – come abbiamo già detto – e li abbiamo dichiarati estranei alla Chiesa cattolica e alla fede

[20] Abbiamo anche chiarito alle vostre pie menti, carissimi e onoratissimi concelebranti, che non dovreste accogliere nessuno di questi uomini, se avessero la temerarietà di avvicinarsi a voi, né lasciarvi persuadere a ricevere alcuna lettera in loro difesa da Eusebio o chiunque altro. È giusto per noi cristiani allontanarci da tutti coloro che parlano o ragionano contro Cristo, perché sono resistenti a Dio e distruttori di anime; né dobbiamo salutare tali uomini per non essere resi partecipi del loro peccato, come insegnò il beato Giovanni [cf. 2 Gv 9-11].

Salutate i fratelli che sono con voi. Quelli che sono con me vi salutano.

I presbiteri di Alessandria:

Io, il Presbitero Colluto, sono d’accordo con quanto è stato scritto e con la deposizione di Ario e di coloro che commisero empietà con lui.

Allo stesso modo i Presbiteri: Alessandro, Dioscoro, Dionisio, Eusebio, Alessandro, Neilaras, Arpocrazione, Agato, Nemesio, Longo, Silvano, Peröous, Api, Proterio, Paolo, Ciro.

Allo stesso modo i Diaconi: Ammonio, Macario, Pistus, Atanasio, Eumene, Apollonio, Olimpio, Aftonio, Atanasio, Macario, Paolo, Pietro, Aminziano, Gaio, Alessandro, Dionisio, Agatone, Polibio, Teona, Marco, Commodo, Serapione, Neilo, Romano.

I presbiteri di Mareoti:

Io, il presbitero Apollonio, sono d’accordo con quanto è stato scritto e con la deposizione di Ario e di coloro che con lui commisero empietà.

Allo stesso modo i Presbiteri: Ingenio, Ammonio, Dioscoro, Sostra, Teone, Tiranno, Coprys, Ammona, Orione, Sereno, Didimo, Eracle, Bocco, Agato, Achille, Paolo, Telelio, Dionisio.

I Diaconi: Sarapione, Giusto, Didimo, Demetrio, Mauro, Alessandro, Marco, Comone, Trifone, Ammonio, Didimo, Ptollarione, Sera, Gaio, Hierax, Marco, Teona, Sarmatone, Carpo, Zoilo.

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