19 APRILE

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

19 Aprile secondo l’antico calendario della Chiesa

  1. IL VENERABILE GIOVANNI DELLE ANTICHE GROTTE

Giovanni visse una vita di ascetismo nelle cosiddette Antiche Grotte o Lavra di Caritone il Grande, in Palestina. Avendo amato Cristo Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, Giovanni, in giovane età, iniziò a viaggiare nei luoghi santi, ascoltando le istruzioni e i consigli dei santi uomini. Infine, si stabilì nelle Grotte di Caritone. Lì si diede a un rigoroso ascetismo, trascorrendo giorni e anni in digiuni, preghiere e veglie, meditando continuamente sulla morte e insegnando a se stesso l’umiltà. Come un frutto ben maturo, fu colto dalla morte e prese dimora in Paradiso. Visse e morì nell’VIII secolo.

  1. I SANTI MARTIRI CRISTOFORO, TEONE E ANTONIO

Cristoforo, Teone e Antonio erano giovani ufficiali al servizio dell’imperatore Diocleziano. Quando San Giorgio il Grande Martire veniva torturato, furono testimoni delle sue sofferenze e dei miracoli che avvenivano in quel periodo. Vedendo tutto questo, si presentarono davanti all’imperatore, deposero le armi, si tolsero le cinture militari e confessarono coraggiosamente il nome del Signore Gesù. Per questo, furono sottoposti a grandi torture e infine furono gettati nel fuoco. I loro corpi furono consumati, mentre le loro anime andarono a Dio ed entrarono nella gioia eterna. Soffrirono onorevolmente a Nicomedia nell’anno 303 d.C.

  1. SAN TRIFONE, PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI

L’imperatore Romano, che regnava su Bisanzio all’inizio del X secolo, aveva un figlio, Teofilatto, che aveva sedici anni quando morì il patriarca Stefano. L’imperatore desiderava che il figlio fosse elevato al trono patriarcale, poiché gli aveva promesso questa vocazione spirituale fin dalla giovinezza. Tuttavia, poiché il figlio era minorenne, l’imperatore si vergognava di farlo. Il trono patriarcale fu assunto da Trifone, un vecchio semplice ma casto e pio. Trifone rimase sul trono per tre anni. Quando il figlio dell’imperatore raggiunse il ventesimo anno di età, l’imperatore pensò di rimuovere ad ogni costo Trifone e di insediare il figlio come patriarca. Il santo di Dio, Trifone, non volle abbandonare volontariamente il trono, anche perché considerava un grande scandalo che un uomo così giovane venisse elevato a una posizione così responsabile e gravosa come quella di patriarca. Grazie all’intrigo di un vescovo iniquo, la firma dell’innocente Trifone fu ottenuta con l’inganno su un foglio bianco. In seguito, alla corte imperiale, le presunte dimissioni del patriarca furono scritte sopra quella firma e furono annunciate dall’imperatore. In seguito a ciò, si creò una grande confusione nella Chiesa, poiché i laici e il clero erano al fianco di Trifone, l’uomo pio. L’imperatore allora allontanò con la forza l’anziano patriarca, mandandolo in un monastero, mentre suo figlio Teofilatto fu consacrato patriarca. San Trifone visse come asceta in questo monastero per due anni e cinque mesi, e andò al Signore nell’anno 933 d.C.

  1. IL VENERABILE MARTIRE AGATANGELO

Agatangelo era originario della Tracia. Il suo nome secolare era Atanasio. Al servizio dei Turchi, fu convertito con la forza all’Islam a Smirne. Come penitente, fu tonsurato monaco sulla Montagna Santa [Athos] nel monastero di Esphigmenou. Ancora tormentato dalla sua coscienza, desiderava lavare il suo peccato con il proprio sangue. Partì per Smirne, dove mostrò ai turchi una croce e un’icona della Risurrezione di Cristo. Fu decapitato il 19 aprile 1819, nel suo diciannovesimo anno di età. Dopo la sua morte, apparve vivo a Germano, suo padre spirituale.

  1. IL VENERABILE SIMEONE LO SCALZO

Simeone visse una vita ascetica sulla Santa Montagna e per un breve periodo fu abate del monastero di Filoteo. Rafforzò i cristiani nella fede in molte zone dei Balcani e fu famoso per i suoi miracoli. Camminava a piedi nudi, per questo è chiamato “lo Scalzo” (lo Scalzato). Si addormentò in Costantinopoli.

Inno di lode
SAN TRIFONE

Innocente Trifone, pastore dai capelli grigi,
grazie all’innocenza ottenne una corona di fiori.
L’imperatore, per vuota vanità, ha desiderato male,
senza temere Dio o la sua punizione.
Essere patriarca è un onore davanti agli uomini
ma un peso davanti a Dio e agli angeli.
Un ragazzo può badare a un gregge irrazionale,
ma dov’è la sua saggezza per un gregge razionale?
Il gentile Trifone custodisce la giustizia di Dio;
“Questo non potrà mai essere, o imperatore”, disse.
“Dai il trono patriarcale a un uomo maturo, più saggio di me,
che guiderà la nave di Dio tra le rocce,
e non a un bambino, anche se è tuo figlio,
che distruggerebbe la Nave di Dio contro gli scogli!”.
L’imperatore Romano fece come desiderava,
e rattristò San Trifone e il popolo.
Ma l’occhio di Dio vaga per il mondo,
cercando dove donare una corona di fiori e dove vendicarsi.

Riflessione
Un anziano e padre spirituale disse “Alzandoti al mattino, dì a te stesso: Corpo, lavora per nutrirti; anima, sii vigile per salvarti ed ereditare il Regno!”. Non sono parole vuote, ma questa è stata la regola di molte migliaia di monaci nel corso dei secoli, la loro regola di vita quotidiana. Con il lavoro si nutrivano; con la preghiera rimanevano vigili. Perché solo per i monaci? Non può essere la regola di ogni seguace di Cristo? Cristo stesso non ci ha forse dato un chiaro esempio di questo: un esempio di sforzo fisico e di costante vigilanza nella preghiera?

Contemplazione
Contemplare il Signore Gesù risorto:

  1. Come Egli, nel Suo corpo glorificato, è vicino ai Suoi discepoli; vicino a coloro che Lo cercano (Maria Maddalena nel Giardino); vicino a coloro che hanno paura (i discepoli in una stanza chiusa); vicino a coloro che hanno fame (quelli sulla riva del lago);
  2. Come Egli è vicino, anche ora, a ciascuno di noi che lo cerca, che ha paura e che ha fame.

Omelia
sulla cautela verso tutto ciò che non è secondo Cristo

“Guardatevi dal rovinarvi con la filosofia e con vani inganni, secondo la tradizione degli uomini, secondo i rudimenti del mondo e non secondo Cristo” (Colossesi 2,8).

Fratelli, non lasciamoci schiavi della filosofia, che con le sue congetture dice che non c’è vita eterna né risurrezione dai morti. Infatti, non arriviamo alla verità attraverso le congetture dell’uomo, ma per rivelazione di Dio. Ciò che sappiamo della verità lo sappiamo dalla Verità stessa, che è stata rivelata nel Signore Gesù Cristo e che ci è stata comunicata attraverso i testimoni fedeli e saggi di questa Verità: gli apostoli e i santi. Se, a causa dei nostri peccati, rifiutiamo questi testimoni e accettiamo le congetture degli uomini, cadremo in un’oscura e amara schiavitù della natura, del corpo, del peccato e della morte.

Fratelli, non lasciamoci ingannare dai vuoti miti degli uomini, creati dagli uomini e secondo gli uomini, che dicono che un altro mondo non esiste o, se un altro mondo esiste, che non ne sappiamo nulla. Ecco, noi sappiamo con certezza che un altro mondo esiste. Lo sappiamo non da congetturatori o ingannatori, ma dal Signore Gesù stesso, che è apparso ai suoi discepoli sul Monte Tabor con Mosè ed Elia (che da tempo avevano lasciato questo mondo) e che è apparso a molti dei suoi seguaci dopo la sua morte. Lo sappiamo anche dagli apostoli, dai santi e dai numerosi veggenti ai quali, grazie alla loro castità e santità, Dio ha rivelato la verità ultima sull’altro mondo. Se, a causa dei nostri peccati, non crediamo a questi testimoni santi e veritieri, dovremo credere a questi uomini empi e falsi, e saremo schiavi delle tenebre, del peccato e della morte.

Fratelli, non lasciamoci sviare dall’insegnamento mondano, che esamina animali, piante e pietre e dice di non aver trovato Dio tra queste cose, affermando così con arroganza che non c’è Dio. Ecco, noi sappiamo che il Creatore non può essere una cosa tra le cose, ma è al di sopra di tutte le cose e diverso da tutte le cose. Lo sappiamo tanto per comprensione spirituale e coscienza quanto per la chiara rivelazione del Signore Gesù stesso, che è apparso nel corpo di un uomo come il Signore di tutte le cose create, così come per la testimonianza degli apostoli e di molti altri uomini santi e perspicaci. Piuttosto, glorifichiamo il Signore Gesù risorto dai morti.

O Signore risorto, a Te sia gloria e lode per sempre. Amen.

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