Del Vescovo IGNAZIO BRIANCHANINOV [1]
Uno dei grandi Padri della Chiesa del XIX secolo, il Vescovo Ignazio, ha ricoperto l’importante ruolo di portavoce del Cristianesimo Ortodosso intransigente presso l’Intellighenzia russa, la quale si era discostata in maniera netta dalla verità cristiana da non sapere più distinguerla dall’eresia. La lettera che segue mette a disposizione un rinfrescante antidoto contro alcune delle confusioni degli apologeti di un cristianesimo diluito, tanto presente ai giorni suoi come ai nostri.
Esiste uno spettacolo che suscita un amaro lamento: cristiani che non sanno in cosa consiste il cristianesimo! Con facilità oggi assistiamo a questo spettacolo molto spesso; raramente, nella grande moltitudine di coloro che si proclamano cristiani, si può incontrare qualcuno che cristiano lo sia di nome e di fatto.
Risponderò alla domanda che mi è stata posta punto per punto, cercando di utilizzare il minor numero di parole: “Perché”, si chiede “pagani, musulmani e i cosiddetti eretici non possono essere salvati? Vi sono ottime persone tra di loro. Condannare queste persone è contrario alla misericordia divina…Anzi, è contrario anche alla ragione umana! Dopotutto gli eretici sono cristiani anche loro. Considerare sé stessi come salvati e i membri delle fede differenti dannati è stupido, oltre a testimoniare un acceso orgoglio”.
Cristiani! Voi parlate di salvezza, ma non sapete cosa essa sia, il motivo per il quale gli uomini ne hanno bisogno e, per finire, non conoscete Cristo, l’unico mediatore della nostra salvezza! Ecco l’autentico insegnamento su questo argomento, quello della Santa Chiesa Ortodossa. La salvezza consiste nel recupero della comunione con Dio. Questa comunione è stata perduta da tutta l’umanità intera quando i nostri progenitori sono caduti nel peccato.
Il genere umano, dunque, appartiene alla categoria di esseri dannati. Questa è la situazione di tutte le persone, indipendentemente dalla virtuosità o meno di ciascun individuo.
Questo poiché siamo concepiti nel peccato. “Scenderò con cordoglio da mio figlio, nel soggiorno dei morti” (Genesi 37,35), disse il Santo Patriarca Giacobbe di sé stesso e di suo figlio Giuseppe, il casto e santo.
Infatti, non sono solo i peccatori ad essere discesi negli inferi alla fine della loro vita terrena, ma anche i giusti dell’Antico Testamento. Tale è la potenza delle buone opere dell’uomo – tale è il valore delle virtù della nostra natura decaduta!
Al fine di ristabilire la nostra comunione con Dio, per poter ottenere la salvezza, la redenzione si era resa necessaria.
Questa redenzione dell’umanità non fu compiuta da un angelo, né da un arcangelo e neppure da un altro degli esseri superiori, che in ogni caso sono creati e presentano un limite, ma fu compiuta dal Dio infinito. L’esecuzione della condanna a morte era la sorte dell’umanità, fu possibile commutarla solo a causa dalla Sua stessa esecuzione; l’insufficienza dei meriti umani fu coperta dal Suo valore senza fine. Tutte le opere umane, di per sé deboli e che conducono alla dannazione, sono compensate da un’unica e potente opera buona: la fede nel Nostro Signore Gesù Cristo.
Gli ebrei chiesero al Signore: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” E il Signore rispose: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” (Giovanni 6,29). Una buona opera è necessaria per la nostra salvezza: la fede, ma la fede è opera! Per fede – e solo per fede – possiamo entrare in comunione con Dio grazie ai sacramenti che Egli ci ha concesso.
Sei fuori strada, dunque, se pensi che le brave persone tra i musulmani e i pagani saranno salvate, cioè, entreranno in comunione con Dio!
TI sbagli se consideri la visione opposta come un qualcosa di nuovo, che si è insinuato per errore. No! Questo è stato l’insegnamento tradizionale della Chiesa dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Chiesa ha sempre riconosciuto un unico mediatore per la salvezza: il Redentore. Essa riconosce che le più grandi virtù della natura decaduta conducono all’inferno. Se dunque i giusti della Chiesa, le lampade da cui il Santo Spirito ha emesso la Sua luce, i profeti e taumaturghi che hanno creduto nel Redentore benché vissuti prima di Lui e della Sua venuta, sono discesi negli inferi, come è possibile credere che i pagani e i musulmani che non hanno creduto nel Redentore possano raggiungere la salvezza? Nonostante possano essere buone persone, la fede può essere raggiunta solo tramite il Redentore.
Cristiani! Dovete conoscere Cristo! È necessario che capiate che non Lo conoscete, che Lo negate nel momento in cui affermate che è possibile ottenere la salvezza senza di Lui, solo con le buone opere! Chi dice che la salvezza è possibile senza Cristo, in realtà nega Cristo e forse, senza esserne a conoscenza, commette il grave peccato della bestemmia.
“Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge”, sostiene il Santo Apostolo Paolo (Romani 3,28).
“La giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù” (Romani 3,22-24).
A questo punto qualcuno potrebbe replicare: “Il Santo Apostolo Giacomo chiede buone opere ed insegna che la fede senza le opere è morta”. Considera, però, cosa dice esattamente il Santo Apostolo Giacomo. Puoi vedere che lui, come tutti gli scrittori divinamente ispirati dalle Sacre Scritture, domanda opere di fede e non le buone opere della nostra natura malata e decaduta. Ciò che lui domanda è una fede viva – suffragata dalle opere dell’individuo rinnovato – e non solo opere moralmente buone che non hanno valore per la fede. Egli fa riferimento al comportamento del giusto Abramo,
nella cui opera la fede fu resa manifesta.
Quest’opera prevedeva di offrire, in sacrificio, il suo unico figlio a Dio.
Ovviamente, offrire in sacrificio un figlio non è certo un’opera buona secondo la natura umana! Piuttosto, essa è un’opera buona nel momento in cui soddisfa una richiesta divina: è un’opera di fede.
Se esaminate il Nuovo Testamento e, in generale, le Sacre Scritture troverete che esse chiedono l’adempimento dei comandamenti Divini. È l’adempimento di questi comandamenti ad essere definito “opera” e, tramite questa azione, la fede diventa vivente, attiva. Senza tutto ciò la fede è morta, priva di qualsivoglia attività. Di contro, troverete che le buone opere della nostra natura umana decaduta, sia che esse provengano dai sensi, dal sangue, dagli impulsi o da un dolce sentimento del cuore, sono condannate e respinte! Queste sono proprio le buone opere dei pagani e dei musulmani che tanto stimate! Ad esse, benché prevedano la negazione di Cristo, volete affidare la salvezza!
La tua concezione di buona ragione è strana. In che modo la trovi e la riconosci in te stesso? Se ti consideri un cristiano, dovresti avere una comprensione cristiana di questo argomento e non altre opinioni arbitrarie prese dal nulla. Il Vangelo ci insegna che, a causa della caduta, la nostra ragione è deturpata; quest’ultima, indipendentemente dal suo valore innato e dall’esercizio dell’apprendimento, porta con sé l’ira connessa alla caduta e rimane una ragione falsificante. Dobbiamo evitare di affidarci ad essa e prediligere la guida che viene dalla fede; solo sotto di essa, quando i tempi saranno maturi e attraverso una pietà autentica, Dio concederà al Suo servo una ragione genuina, chiamata anche spirituale.
Quest’ultima va riconosciuta come ragione sana; è una fede matura e formata, come la descrive il Santo Apostolo Paolo nell’undicesimo capitolo della sua epistola agli Ebrei.
Il fondamento del ragionamento spirituale è Dio. Essendo stabilito su questa ferma roccia, non vacilla né crolla. Ciò che il mondo chiama sana ragione, per i cristiani questa è una ragione malata, oscurata e fuori strada, la quale non può raggiungere guarigione se non recidendola con la spada della fede, e abdicando a tutto l’apprendimento che è stato necessario per formarla.
Se la consideriamo una ragione sana, ponendo la nostra riflessione su una base incerta, non stabile, indefinita e in continua evoluzione, allora essa, avendo queste caratteristiche, rinuncerà anche a Cristo. Poiché questo è dimostrato dall’esperienza.
E cosa, se posso chiedere, ti dice la tua sana ragione? Che la condanna delle brave persone che non credono in Cristo la ripugna! E non è tutto: la condanna delle persone virtuose è contraria alla misericordia di un Essere buono come Dio. Ovviamente, hai avuto una rivelazione dall’altro su questo argomento, riguardo a ciò che va contro e ciò che invece non è contrario alla misericordia divina? No!
È stata la tua sana ragione a suggerirtelo! Ah, la tua sana ragione! Ma dove e in che modo hai scoperto, nella tua sana ragione e nella tua limitata mente umana, ciò che va contro o meno alla misericordia divina? Lasciaci esprimere la nostra opinione. Il Vangelo, cioè l’insegnamento di Cristo, la Sacra Scrittura, la Santa Chiesa – ci ha rivelato tutto ciò che l’essere umano può conoscere della Divina misericordia, la quale supera ogni ragionamento e ogni comprensione umana. La mente umana è frivola quanto cerca di definire Dio, che per natura è indefinibile; quando cerca di circoscrivere l’incircoscrivibile; quando tenta di far sottostare ai propri calcoli…chi? Dio! Questa è un’impresa satanica.
Oh, queste persone che si dichiarano cristiane e non conoscono l’insegnamento di Cristo! Se da questo benedetto insegnamento del cielo non avete appreso che Dio è incomprensibile, andate dunque a scuola e ascoltate cosa viene insegnato ai fanciulli! Gli insegnanti di matematica insegnano, nella teoria dell’infinito, che essa, poiché quantità indefinita, non è sottoposta alle leggi a cui sono soggette le quantità definite come i numeri e che, quando si calcola con essa, si può ottenere un risultato completamente diverso rispetto a quando si calcola con i numeri.
E tu desideri definire le leggi con cui agisce la misericordia Divina; così tu dici che questo è in accordo con essa e quest’altro è in disaccordo! In realtà, è in accordo o meno con la vostra ragione, con ciò che comprendete e sentite!
È possibile, dunque, affermare che Dio è costretto a comprendere e sentire come tu comprendi e senti? È appunto questo che tu stai chiedendo a Dio! Che impresa orgogliosa e spregiudicata! Non accusare la Chiesa di avere mancanza di giudizio e di buon senso: la mancanza è la tua. La Santa Chiesa semplicemente segue con timore l’insegnamento divino sugli atti di Dio, così come rivelati da Dio stesso.
I suoi veri figli la seguono con obbedienza, disprezzando la presunzione che si erge contro Dio. Crediamo di poter conoscere di Dio solo ciò che Dio si degna di rivelarci. Se ci fosse stata una strada diversa per la conoscenza di Dio, una strada che la nostra mente avrebbe potuto percorrere da sola, la rivelazione non ci sarebbe stata data. Ci è stata data perché era necessaria per noi. Vane e ingannevoli, dunque, sono le opinioni personali e le peregrinazioni della mente umana.
Tu dici: “Gli eretici sono cristiani allo stesso modo”.
Da dove hai tratto questa affermazione? Forse qualcuno, che si definisce cristiano pur non sapendo nulla di Cristo, può decidere, nella sua ignoranza delle cose spirituali, di riconoscere gli eretici come cristiani? Così da non saper distinguere la santa fede cristiana da quei figli della maledizione che sono le eresie blasfeme? Ben differentemente, invece, ragionano i veri cristiani. Un’intera moltitudine di santi ha ricevuto la corona del martirio, ha preferito le torture più crudeli e prolungate, la prigione, l’esilio, piuttosto che accettare di partecipare con gli eretici al loro insegnamento blasfemo.
La Chiesa universale ha sempre riconosciuto l’eresia come un peccato mortale; ha sempre riconosciuto che l’uomo infettato dalla terribile malattia dell’eresia è spiritualmente morto, estraneo alla grazia e alla salvezza, in comunione con il diavolo e destinato alla dannazione. L’eresia è un peccato della mente; è un peccato diabolico più che umano. È un prodotto del diavolo; è un’empietà che si avvicina al culto degli idoli.
Ogni eresia contiene in sé una bestemmia contro il Santo Spirito, sia che si tratti di un dogma che di un’azione contro il Santo Spirito. L’essenza di ogni eresia è la bestemmia. San Flaviano, Patriarca di Costantinopoli, che ha sigillato con il sangue la sua confessione della vera fede, ha proclamato la decisione di un concilio locale tenutosi a Costantinopoli – contro l’eresiarca Eutiche – con le seguenti parole:
“Eutiche, finora sacerdote e archimandrita, è completamente condannato, sia per le sue azioni passate che per le sue attuali affermazioni riguardo gli errori di Valentino e Apollinare, di cui segue in modo pervicace la blasfemia, tanto più che non ha nemmeno ascoltato i nostri consigli e le nostre istruzioni rivolte alla ricezione di un sano insegnamento. Per questo motivo, nel più completo dolore per la sua perdizione, proclamiamo davanti al nostro Signore Gesù Cristo che è caduto nella bestemmia, che è privato di ogni grado sacerdotale, della comunione con noi e della direzione del suo monastero, e rendiamo noto a tutti che d’ora in poi chiunque converserà con lui o lo visiterà incorrerà nella scomunica”.
Questo decreto è un esempio del pensiero comune della Chiesa riguardo agli eretici; questo decreto fu riconosciuto da tutta la Chiesa, essendo stato ratificato dal Concilio ecumenico di Calcedonia. L’eresia di Eutiche consisteva nel non aver confessato in Cristo, nella sua incarnazione, nelle due nature, come invece la Chiesa confessa; egli ammetteva una sola natura divina.
Direte: tutto qui! Si può riscontrare una mentalità simile alla vostra nella risposta di una certa persona, investita di potere mondano, a Sant’Alessandro, patriarca di Alessandria, riguardo l’eresia ariana; è una risposta ridicola per la sua mancanza di vera conoscenza e triste per la sua natura e le sue conseguenze.
Questa persona consigliò al Patriarca di mantenere la pace e di non iniziare dispute, le quali sono contrarie allo spirito cristiano, solo a causa di alcune parole; scrisse che non trovava nulla di riprovevole nell’insegnamento di Ario, ma soltanto una certa deferenza verso i giri di parole. Questo è tutto! Questi giri di parole, come nota lo storico Flerius, in cui non c’è nulla di riprovevole, rifiutano la divinità di nostro Signore Gesù Cristo – ecco tutto! Rovesciano, cioè, l’intera fede cristiana – ecco tutto! È notevole il fatto che tutte le antiche eresie, dietro varie maschere mutevoli, si sforzassero di raggiungere un unico scopo: rigettare la divinità del Verbo e mutilare il dogma dell’Incarnazione.
Le eresie più moderne si sforzano soprattutto di rifiutare l’azione del Santo Spirito: con terribili bestemmie hanno rifiutato la Divina Liturgia, tutti i sacramenti, tutto, tutto ciò in cui la Chiesa universale ha sempre riconosciuto l’azione del Santo Spirito. Chiamano tutto questo tradizioni umane – ancora più audacemente: superstizione, errore! Certo, nell’eresia non vedete né rapina né furto; forse è solo per questo che non la considerate un grave peccato? Qui rifiutano il Figlio di Dio, là rifiutano e bestemmiano il Santo Spirito – tutto qui!
Un uomo che ha ricevuto e sostiene un insegnamento blasfemo e bestemmia, ma non commette rapine e compie le opere buone nonostante la sua natura decaduta, è considerato un uomo eccellente. Dunque, come potrebbe Dio rifiutarsi di salvarlo? La ragione della vostra perplessità risiede nel fatto che siete profondamente ignoranti riguardo alla fede cristiana. E non dovete pensare che una tale ignoranza sia un difetto di poco conto.
Non lo è! Le sue conseguenze possono essere fatali, soprattutto oggi che circolano numerosi libri con un insegnamento satanico sotto un titolo cristiano. Se non si conosce il vero insegnamento cristiano, si può prendere per vera un’idea falsa e blasfema, farla propria e, insieme ad essa, appropriarsi anche della dannazione eterna. Il bestemmiatore non si salverà! E le perplessità che hai espresso nella tua lettera sono già terribili presagi per la tua salvezza; la loro essenza è il rifiuto di Cristo! Non giocare con la tua salvezza! Non si deve giocare con essa, o si piangerà per sempre.
Occupatevi della lettura del Nuovo Testamento e dei santi Padri della Chiesa ortodossa (ma non di Teresa, né di Francesco e degli altri esaltati [2] dell’Occidente che la loro Chiesa eretica spaccia per santi!); studiate nei santi Padri della Chiesa ortodossa come capire bene la Scrittura, studiate lì che tipo di vita, che tipo di pensieri e sentimenti si addicono a un cristiano. Dalla Scrittura e dalla fede viva studiate Cristo e il cristianesimo. Prima che arrivi l’ora terribile in cui dovrete comparire davanti a Dio per essere giudicati, acquisite la giustificazione che Dio dà gratuitamente a tutti gli uomini attraverso il cristianesimo.
________
NOTE:
[1] N. 28 delle “Lettere ai laici” nel Vol. 4 dell’opera completa del Vescovo Ignazio, 2a ed., San Pietroburgo, 1886; il titolo qui è aggiunto dai traduttori. Del Vescovo Ignazio si parla brevemente nell’articolo del Prof. Kon tsevich, alle pp. 45-46.
[2] Originale: “madmen”. Questo termine non è affatto usato con leggerezza dal Vescovo Ignazio. Nel suo saggio sul prelest o inganno spirituale, egli sottolinea come la mancanza di discriminazione spirituale nella Chiesa di Roma abbia portato in molti casi a confondere le fantasie psichiche con i veri risultati spirituali. Questo saggio sarà presentato a tempo debito in The Orthodox Word (nota a margine).
ARTICOLO ORIGINALE: