San Pietro Damasceno

San Pietro Damasceno

Il nostro Padre tra i santi Pietro, che fu vescovo di Damasco, visse sotto Costantino Kopronymos, nell’anno 775. Egli iniziò la vita solitaria e anacoretica nella più grande povertà, non possedendo nemmeno un libro, come lui stesso dice. Cioè, prese in prestito dagli altri solo l’Antico e il Nuovo Testamento, i libri dei grandi maestri della Chiesa e, sintetizzando, di tutti gli altri padri niptici e portatori di Dio, divenendo così industrioso che – meditando notte e giorno sulla legge del Signore e irrigando la sua vita con i ruscelli che sgorgano da lì – fu considerato alla stregua di quell’albero cantato nel Salmo, con il suo fogliame alto e celeste, piantato accanto alla sorgente stessa delle acque dello Spirito. Ma, mentre si dice che quell’albero dia i suoi frutti solo in una stagione, non fu così per lui: al contrario, rimanendo verde in ogni stagione, senza sosta e senza requie, produsse frutti spirituali, piacevoli alla vista, dolci al gusto, profumati all’olfatto e che, con le dolcezze imperiture e fragranti che ne scaturiscono, offrono un banchetto a ogni senso del corpo e dell’anima.

In effetti, produsse, mentre era in vita, molti grandi frutti attraverso i suoi sforzi ascetici e molti altri molto più grandi con la sua morte, guadagnando la corona con il suo martirio: in effetti, avendo dimostrato come falsa l’eresia eterodossa degli arabi e dei manichei, gli fu tagliata la lingua da al-Walid, figlio del capo degli arabi, Hishim, e fu esiliato in Arabia Felice; lì mori, ancora parlando correttamente ed esercitando il sacerdozio in modo impeccabile. Dopo la sua morte egli produsse un’abbondanza traboccante di frutti numerosissimi e grandissimi, lasciandoci come eredità paterna e inalienabile questo libro veramente bellissimo, ornato di ogni virtù, sul quale lavorò con tanta eloquenza e grazia che non saprei neppure come esprimerlo: é l’orgoglio di tutti e il più utile all’anima in tutte le virtù, un tesoro di contemplazioni, un elenco di carismi spirituali, un’Elicona di beatitudini divine, un santuario di pratica corporale, un’analisi meticolosissima delle passioni una per una, un corno dell’ascetica Amaltea, un deposito di conoscenza e saggezza divine: in una parola, è la summa della sacra nepsis.

Sapendo noi, quindi, come questa sintesi sia naturalmente legata al presente libro e come aggiunga un enorme contributo all’obiettivo che abbiamo in mente, abbiamo pensato che fosse estremamente importante conservarla. Si potrebbe ben dire: come un cerchio sta a un cerchio, cosi una filocalia ad una filocalia: il grande al più grande e il più vasto al più ristretto. Non ci é sembrato giusto, infatti, separare quest’opera che è carica di frutti spirituali – come abbiamo detto sopra – dal coro dei padri santi e sobri: questo libro stesso ci avrebbe accusato di incapacità di riconoscere il bello, non permettendo che si separassero dai padri i loro amici e familiari. Né in nessuna circostanza ci é sembrato lecito mutilare la nostra opera in questo modo – visto che ha bisogno della collaborazione di questo libro – e privare i fratelli di un così grande profitto: perché l’aumento del bene produce sempre un aumento del beneficio.

Se poi qualcuno vuole prendere le doppie ali della colomba spirituale, che anche Davide cercò ma non trovò, sfogli con laboriosa cura le pagine di questo libro e le troverà meravigliosamente; qui l’ala tutta d’argento della proxis e li quella d’oro della contemplazione. Sollevandosi con entrambe le ali sopra tutte le cose della terra, volerà verso le altezze eterne e, dopo aver fatto nidificare quella colomba nei nidi di lassù, troverà riposo nella beatitudine celeste.


Alcuni pensano che Pietro Damasceno sia vissuto nell’ottavo secolo e altri pensano che sia vissuto nel dodicesimo secolo. Questa differenza di pensiero deriva dal fatto che ci furono due Pietro Damasceno. Quello di cui stiamo parlando era un grande asceta. Era altruista oltre misura. Pietro Damasceno non possedeva nemmeno un singolo libro, ma piuttosto prendeva libri in prestito e li leggeva. Leggeva assiduamente, raccogliendo saggezza come un’ape raccoglie il miele. Per un po’ fu vescovo a Damasco, ma quando si espresse contro l’Islam e l’eresia manichea, gli arabi gli mozzarono la lingua e lo bandirono in esilio nel profondo dell’Arabia. Tuttavia, Dio gli concesse il potere della parola, così che, anche in esilio, predicò il Vangelo e convertì molti alla fede cristiana. Compilò e lasciò in eredità ai posteri un prezioso libro sulla vita spirituale. Morì come confessore e martire e prese dimora nel Regno di Cristo.

INNO DI LODE

INNO DI LODE
SAN PIETRO DAMASCENO

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