ll Patriarca di Gerusalemme durante la Divina Liturgia della Domenica della Samaritana:

ll Patriarca di Gerusalemme ha pronunciato il seguente sermone prima della Santa Comunione durante la Divina Liturgia della Domenica della Samaritana:

«Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chiunque beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; ma l’acqua che io gli darò sarà in lui una fonte d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4,13-14)

Carissimi Fratelli in Cristo,

stimati cristiani e pellegrini,

La Grazia dello Spirito Santo ci ha riuniti tutti oggi in questo luogo santo del Pozzo del Patriarca Giacobbe, per celebrare la festa della Samaritana, del Santo martire Foteini.

Nel successivo dialogo con la Samaritana, Gesù le dice: «L’acqua che io gli darò sarà in lui una fonte d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4,14). Interpretando queste parole del Signore, san Cirillo d’Alessandria dice: dobbiamo sapere che il Salvatore qui chiama “acqua” la Grazia del Santo Spirito. Se qualcuno diventa partecipe di questa Grazia, allora avrà la provvista della conoscenza divina proveniente da Lui stesso, in modo che non abbia più bisogno dell’ammonizione degli altri. Saranno invece sufficientemente capaci di esortare/incoraggiare con facilità coloro che hanno sete della parola divina e celeste. Questi furono i Santi, i profeti e gli Apostoli durante la loro vita terrena, ma anche gli eredi del loro servizio/ministero, di cui è scritto: “Perciò con gioia attingerete acqua alle fonti della salvezza” (Isaia 12, 3).

Interpretando nuovamente le parole del profeta Isaia, san Cirillo dice: «Egli chiama l’acqua parola vivificante di Dio, mentre chiama le sorgenti i Santi Apostoli, Evangelisti e Profeti. Salvezza Egli chiama Cristo. Infatti, per la potenza illuminante del Santo Spirito i Santi Profeti, Apostoli ed Evangelisti hanno scritto le Sacre Scritture. Le Sacre Scritture sono quelle che alimentano la fede salvifica in Cristo mediante la loro conoscenza, come dice Paolo al suo discepolo Timoteo: «E che fin da bambino hai conosciuto le sante Scritture, le quali possono darti la sapienza per la salvezza mediante la fede che è in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura è data per ispirazione di Dio ed è utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per istruire nella giustizia: affinché l’uomo di Dio possa essere perfetto, completamente fornito per tutte le buone opere». (2 Tim 3, 15-17)

In altre parole, l’acqua che Cristo offrì alla Samaritana era il dono del Santo Spirito, che conduce l’uomo dal cuore puro alla sua divinità, cioè alla vita eterna. «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio», dice il Signore (Matteo 5,8).

È interessante notare che Gesù nel dialogo con la Samaritana, da un lato, insegna che «Dio è Spirito e coloro che lo adorano in Spirito e Verità lo adorano» (Gv 4,24), dall’altro quando la Samaritana dice: «So che viene il cosiddetto Cristo; quando verrà, ci annuncerà ogni cosa (Gv 4,25), perché è il Messia», le rivela «Io che ti parlo sono lui» (Gv 4,26).

Commentando le parole di Gesù sopra riportate, san Teofilatto dice: Molti rendono culto spirituale a Dio, cioè con la mente, ma sono fuori dalla verità redentrice. Lo dice il Santo Padre della Chiesa perché la purezza della vita e la correttezza delle dottrine costituiscono il culto vero e salvifico di Dio.

E San Cirillo di Alessandria dice: Cristo non si rivela semplicemente e solo alle anime non istruite e completamente sprovvedute (come la Samaritana), ma in quelle anime risplende e si fa vedere, che si sono preparate a imparare qualcosa e in loro è nata la fede e “verso la conoscenza più perfetta si affrettano”, cioè si affrettano a imparare i misteri più perfetti. Questo è esattamente ciò per cui si distingue la Samaritana, nella ricerca della conoscenza della fede più perfetta, che si distingue in introduttiva e completa.

San Cirillo d’Alessandria commenta: «Cristo interrompe il dialogo con la Samaritana, quando i suoi discepoli si avvicinarono e si meravigliarono che parlasse con quella donna», (Gv 4,27) [Così Cristo tace, dice la Scrittura. Avendo piantato nella Samaritana la calda scintilla della fede, Cristo permette che, nel corso del tempo, questa scintilla si trasformi in una grande fiamma. Ecco come dovrete comprendere ciò che Egli disse: «Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso? (Luca 12,49)

Questa scintilla divina e calda, impiantata nel cuore innocente della Samaritana, fece di lei una grande martire e apostola del Vangelo di Cristo, per questo la nostra Santa Chiesa la onora particolarmente nella propria patria, la Samaria, come l’innografa : “Sei venuto a Samaria, mio Salvatore, Tu, Signore onnipotente, e parlando con una donna, l’hai supplicata di avere dell’acqua, Tu che per gli Ebrei facevi scaturire acqua fresca da una roccia di pietra; e l’hai portata alla fede in Te, e ora gode della vita nei cieli per sempre”. (Mattutino, Exaposteilarion).

Va notato che questa “scintilla calda della parola di vita” unse i discepoli di Cristo come “cristiani”, come riporta l’evangelista Luca nel libro degli Atti degli Apostoli: “Allora Barnaba partì per Tarso, per cercare Saulo: E quando lo ebbe trovato, lo condusse ad Antiochia. E avvenne che per un anno intero si riunirono con la Chiesa e insegnarono a molte persone. E i discepoli furono chiamati per la prima volta cristiani ad Antiochia” (At 11, 25-26).

Con questo nome, i primi chiamati cristiani esprimevano l’aspettativa di ereditare il Regno del Signore nei cieli; di diventare “eredi di Dio” e “coeredi di Cristo” (Rm 8,17). Questo nome fu adottato e onorato dalla Samaritana con il suo sangue di martire, che nacque come co-erede di Cristo, “colui che disse alla gente: ‘Guardate, venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto’” (cfr. Gv 4,28-29).

Anche noi, miei cari fratelli, abbiamo ricevuto questa inestimabile eredità, cioè il nome “cristiano”, al momento del nostro battesimo, essendo stati incorporati al corpo della Chiesa. Tuttavia, questo nome implica conformità al nostro modo di vivere simile a Cristo. «Che cosa? non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, che avete da Dio, e non siete vostri? Poiché siete stati comprati a caro prezzo» (1 Cor 6,19-20), predica san Paolo. Infatti, non apparteniamo più a noi stessi, perché siamo stati comprati con il santo Sangue del nostro Cristo Salvatore Crocifisso e Risorto. Ora siamo membra del Corpo mistico di Cristo, cioè della Sua Chiesa.

Noi, miei amati, che oggi onoriamo la memoria della santa Samaritana, imploriamo con lei il Signore misericordioso, dicendo: “Concedimi l’acqua della fede, e riceverò le acque della fonte del battesimo, con straordinaria gioia e redenzione. O datore di vita, Signore, gloria a te” (Vespri, stichera, 9).

Cristo è risorto!

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