Didaché: La dottrina dei dodici Apostoli

Didaché: La dottrina dei dodici Apostoli

INTRODUZIONE

La Tradizione della Chiesa è l’insegnamento orale che dal Dio-Uomo è passato attraverso gli Apostoli giongendo fino a noi. Una parte di questa Tradizione è stata scritta nei testi che conosciamo come Nuovo Testamento. Un’altra parte della Tradizione ci è pervenuta negli scritti sub-apostolici, che normalmente hanno avuto una genesi molto antica, alcune volte coeva alla scrittura del Nuovo Testamento, e provenienti dalla penna di coloro che conobbero direttamente gli Apostoli e ne ascoltarono fisicamente la predicazione. Risalgono alla fine del I secolo e alla prima metà del II secolo, quegli scritti oramai conosciuti e catalogati col nome di collettivo di “Padri Apostolici”. Tale etichetta è abbastanza recente essendo stato il primo ad usarla J. B. Cotelier nellìetà moderna. Questo studioso si riferiva precisamente alle lettere di Barnaba, Clemente Romano, Ignazio di Antiochia, Policarpo di Smirne ed al Pastore d’Erma. Solo successivamente furono ritrovate e ripubblicate e quindi inserite nel corpus sub-apostolico i frammenti di Papia di Gerapoli, l’epistola ‘a Diogneto’ e la Didaché.

Quando i Padri Apostolici scrivevano, come abbiamo detto, non era ancora completo tutto il Nuovo Testamento. Con molta probabilità la Didachè è più antica dell’Apocalisse e del quarto Vangelo di San Giovanni il Teologo. Il testo della Didaché è sia un testo catechetico che liturgico. Da essa possiamo conoscere la pulsante dottrina apostolica che era stata diffusa nelle antiche comunità cristiane con le rubriche liturgiche utilizzate per i principali sacramenti. La Dottrina dei dodici Apostoli si può considerare il più venerando ed antico catechismo cristiano, essendo stata scritta solo una sessantina di anni dopo la morte di Cristo. Citazioni di questo scritto si possano trovare infatti già nella Lettera di Barnaba che si ritiene essere stata scritta verso l’anno 97 dell’era cristiana. L’autore è anonimo ed alcuni studiosi pensano sia possibile che attinga alla stessa fonte Q dei vangeli sinottici, spingendosi quindi a datarla addirittura alla metà del I secolo. A prescindere dalla critica testuale, la Didaché, che è stata ‘riscoperta’ integralmente solo nella seconda metà del 1800, era comunque conosciuta perché citata da tanti Padri della Chiesa.

La Didachè è infatti citata da Erma (circa 150 d.C.) nel Pastore, da Clemente Alessandrino (145-216 d.C.), da Origene (185-255 d.C.), da Eusebio, da Atanasio Vescovo di Alessandria che la consiglierà per la lettura a tutti i catecumeni.

Nel 1873 in un codice greco di Costantinopoli (ora conservato a Gerusalemme) il Metropolita Filoteo Bryennios ne scoprì un manoscritto risalente all’anno 1056. In seguito se ne trovarono frammenti in papiri del IV sec., nonché una versione in georgiano fatta sul testo greco nell’anno 430 da un vescovo di nome Geremia.

La Didaché è un testo importantissimo anche perché dimostra come le parti fondamentali della dottrina e i fondamenti della liturgia erano già codificati quando non erano ancora passati cinquant’anni dacché il «Logos si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». (Gv 1,14)

I sacramenti del Battesimo, dell’Eucarestia e della Penitenza sono descritti nel loro significato teologico e nelle loro espressioni liturgiche del tutto simili a quelle ancora oggi in uso nella Chiesa Ortodossa. 

1. Ci sono due vie, una della vita e una della morte, ma c’è una grande differenza tra le due vie. La via della vita, dunque, è questa:

Primo: amerai Dio che ti ha creato.

Secondo: ama il tuo prossimo come te stesso e non fare a un altro ciò che non vorresti fosse fatto a te.

E di questi detti l’insegnamento è questo: benedite coloro che vi maledicono, pregate per i vostri nemici e digiunate per coloro che vi perseguitano. Perché quale merito c’è nell’amare coloro che vi amano? I Gentili non fanno lo stesso? Ma amate coloro che vi odiano e non avrete nemici.

Astieniti dalle concupiscenze carnali e mondane. Se qualcuno ti colpisce sulla guancia destra, porgigli anche l’altra e sarai perfetto. Se qualcuno ti impone [di camminare] per un miglio, accompagnalo per due. Se qualcuno ti prende il mantello, dagli anche la tunica. Se qualcuno ti toglie ciò che è tuo, non chiederglielo indietro, perché infatti non potrai. Date a chiunque vi chiede e non chiedete indietro; perché il Padre vuole che a tutti siano date le benedizioni [doni gratuiti]. Beato è chi dona secondo il comandamento, perché è senza colpa. Guai a chi riceve; perché se uno riceve essendo nel bisogno, è senza colpa, ma chi riceve non avendo bisogno pagherà la pena, perché ha ricevuto senza motivo. Ed entrato in prigione, sarà interrogato riguardo alle cose che ha fatto, e non uscirà di lì finché non avrà restituito fino all’ultimo centesimo. E anche a questo riguardo è stato detto: La vostra elemosina sudi nelle vostre mani, finché non saprai a chi devi dare.

2. Secondo comandamento della dottrina.

Non commetterai omicidio,

non commetterai adulterio,

non commetterai pederastia,

non commetterai fornicazione,

non ruberai,

non praticherai la magia,

non praticherai la stregoneria,

non ucciderai un bambino mediante l’aborto né lo ucciderai alla nascita,

non desidererai le cose del tuo prossimo,

non giurerai, non farai falsa testimonianza, non dirai male di nessuno, non serberai rancore,

non sarai doppio di animo né doppio nella parola, perché essere ambigui in ciò che si dice è un laccio di morte. Le tue parole non saranno false, né vuote, ma adempiute con i fatti.

Non sarai avido, né rapace, né ipocrita, né malvagio, né altezzoso.

Non avrai cattivi pensieri contro il tuo prossimo. Non odierai nessuno; ma alcuni li riprenderai e per altri pregherai e altri ancora amerai più della tua stessa vita.

3. Figlio mio, fuggi ogni male e da ogni cosa che gli sia simile. Non essere incline all’ira, perché l’ira porta all’omicidio. Non essere né geloso, né litigioso, né irascibile, perché da tutto ciò nascono gli omicidi. Figlio mio, non essere lussurioso, poiché la lussuria porta alla fornicazione. Non fare chiacchiere oscene, né avere uno sguardo malizioso, perché da tutto questo nascono gli adulteri. Figlio mio, non essere un osservatore di presagi, poiché ciò porta all’idolatria. Non essere né un incantatore, né un astrologo, né un superstizioso, né essere disposto ad occuparti di queste cose, perché da tutte queste nasce l’idolatria. Figlio mio, non essere bugiardo, poiché la menzogna porta al furto. Non essere né avido di denaro né vanaglorioso, perché da tutto ciò nascono i furti. Figlio mio, non essere mormoratore, poiché ciò apre la strada alla blasfemia. Non essere né arrogante né malvagio, perché da tutto ciò nascono le bestemmie.

Sii piuttosto mite, perché i miti erediteranno la terra. Sii longanime, pietoso, sincero, gentile e buono e trema sempre per le parole che hai udito. Non ti esaltare, né dare eccessiva fiducia alla tua anima. La tua anima non si unirà ai superbi, ma ti legherai con i giusti e gli umili. Accetta come bene qualunque cosa ti accada, sapendo che senza Dio nulla accade.

4. Figlio mio, ricordati notte e giorno di colui che ti predica la parola di Dio e onoralo come fai con il Signore. Perché dovunque si pronuncino i comandamenti del Signore, lì è il Signore. E cerca ogni giorno i volti dei santi, per poter riposare sulle loro parole. Non lavorare alla divisione, ma porta piuttosto alla pace coloro che litigano. Giudica con rettitudine e non guardare alle persone nel rimproverare le trasgressioni. Non sarete indecisi se farlo o meno. Non essere svelto a tendere le mani per ricevere e a tenerle ritratte per dare. Se hai qualcosa dal lavoro delle tue mani darai in espiazione dei tuoi peccati. Non esitare nel dare, né essere lamentoso quando dai; poiché conoscerai chi è il buon elargitore del tuo salario. Non allontanarti da chi è nel bisogno; condividi piuttosto tutte le cose con il tuo fratello e non dire che sono tue. Se infatti siete partecipi delle cose immortali, quanto più delle cose mortali? Non alzare la mano su tuo figlio o tua figlia; piuttosto, insegna loro il timore di Dio fin dalla giovinezza. Nella tua amarezza, non comandare nulla al tuo schiavo o alla tua serva, che sperano nello stesso Dio, affinché rimangano nel timore di Dio che è sopra entrambi; poiché Egli non viene a chiamare secondo l’apparenza esteriore, ma coloro che lo Spirito ha preparato. E voi servi sarete soggetti ai vostri padroni come immagine di Dio, con modestia e timore. Odierai ogni ipocrisia e tutto ciò che non piace al Signore. Non abbandonare in alcun modo i comandamenti del Signore; conserva invece ciò che hai ricevuto, senza aggiungere né togliere nulla. Nella Chiesa riconoscerai le tue trasgressioni e non ti avvicinerai alla preghiera con cattiva coscienza. Questa è la via della vita.

5. E la via della morte è questa: prima di tutto è cattiva e maledetta: omicidi, adulteri, lussuria, fornicazione, furti, idolatrie, arti magiche, stregonerie, stupri, false testimonianze, ipocrisia, doppiezza, inganno, superbia, depravazione, ostinazione, avidità, turpiloquio, gelosia, eccessiva fiducia, altezzosità, vanagloria. Persecutori del bene, che odiano la verità, amano la menzogna, non conoscono la ricompensa per la giustizia, non si attaccano al bene né al giusto giudizio, attenti non a ciò che è bene, ma a ciò che è male; da cui sono lontane la mansuetudine e la perseveranza, che amano le vanità, cercano la vendetta, non hanno pietà del povero, non si adoperano per gli afflitti, non conoscono Colui che li ha creati, assassini dei figli, distruttori dell’opera di Dio, incuranti dei bisognosi, affliggono chi è nell’afflizione, avvocati dei ricchi e giudici ingiusti dei poveri, peccatori totali. Liberatevi, figli, da tutto questo.

6. Badate a che nessuno vi faccia deviare da questa via della dottrina, poiché vi insegnerebbe ciò che Dio non è. Perché se sarete capaci di sopportare tutto il giogo del Signore, sarete perfetti, ma, se non potete farlo, fate quello che potete. Quanto al cibo, sopportate ciò che potete, ma astenetevi assolutamente da ciò che viene sacrificato agli idoli, poiché è il culto degli dèi morti.

7. Riguardo al battesimo, battezza in questo modo: Dopo aver detto prima tutte queste cose, battezza nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito in acqua viva. Ma se non hai acqua viva, battezza in altra acqua, e se non puoi farlo nell’acqua fredda, fallo in quella calda. Ma se non hai né l’uno né l’altro, versa tre volte l’acqua sul capo, nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Ma prima del battesimo digiuni il battezzatore, il battezzato e chiunque altro può: ordinerai ai battezzati di digiunare uno o due giorni prima.

8. I vostri digiuni non siano con gli ipocriti, perché digiunano il secondo e il quinto giorno della settimana. Piuttosto digiunate il quarto giorno e la Parasceve (venerdì). Non pregate come gli ipocriti, ma piuttosto come ha comandato il Signore nel suo Vangelo, così:

«Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo Regno. Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano (sovraessenziale), e rimetti a noi il nostro debito come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori. E non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal maligno; perché tua è la potenza e la gloria nei secoli..»

Pregate così tre volte al giorno.

9. Ora, riguardo all’Eucaristia, ringraziate così.

Innanzitutto, riguardo alla coppa:

“Ti ringraziamo, Padre nostro, per la santa vite di Davide tuo servo, che ci hai fatto conoscere per mezzo di Gesù tuo servo; a te la gloria nei secoli..”

E riguardo al pane spezzato:

“Ti ringraziamo, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai fatto conoscere per mezzo di Gesù tuo servo; a te la gloria nei secoli. Come questo pane spezzato fu sparso sui colli e, raccolto, divenne uno, così sia raccolta la tua Chiesa dalle estremità della terra nel tuo regno; poiché Tua è la gloria e la potenza per mezzo di Gesù Cristo nei secoli..”

Nessuno mangi o beva della vostra Eucaristia, se non è stato battezzato nel nome del Signore; Infatti anche a questo riguardo il Signore ha detto: “Non date ciò che è santo ai cani”.

10. Poi dopo, quando sarete sazi, ringraziate così:

“Ti ringraziamo, Padre santo, per il tuo santo nome di cui hai fatto tabernacolo i nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l’immortalità, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo; a te la gloria nei secoli. Tu, Signore onnipotente, hai creato tutte le cose per amore del tuo nome; Hai dato cibo e bevanda agli uomini in godimento, affinché ti rendessero grazie, ma a noi hai dato gratuitamente il cibo e la bevanda spirituale e la vita eterna per mezzo del tuo servo. Prima di tutto ti ringraziamo perché sei potente: a te la gloria nei secoli. Ricordati, Signore, della tua Chiesa, per liberarla da ogni male e renderla perfetta nel tuo amore, e raccoglierla dai quattro venti, santificata per il regno che Tu le hai preparato: poiché tua è la potenza e la gloria nei secoli. Venga la grazia e passi questo mondo. Osanna al Dio di Davide! Se qualcuno è santo, venga; se non lo è, si converta. Maranatha. Amin”.

Ma permettete ai profeti di rendere grazie come desiderano.

11. Chiunque, dunque, viene e vi insegna tutte queste cose così come sono state dette prima, accoglietelo. Ma se il maestro stesso cambia, insegnando un’altra dottrina per distruggere questa, non ascoltatelo. Ma se insegna in modo da aumentare la giustizia e la conoscenza del Signore, accoglietelo come il Signore. Ora, riguardo agli apostoli e ai profeti agite secondo il decreto del Vangelo. Ogni apostolo che viene a voi sia accolto come il Signore. Ma non resterà più di un giorno; o due giorni, se ce n’è bisogno. Se rimane tre giorni, è un falso profeta. E quando l’apostolo se ne va, non prenda altro che il pane sufficiente al viaggio. Se chiede soldi è un falso profeta. E tu non metterai alla prova né giudicherai ogni profeta che parla nello Spirito, poiché ogni peccato sarà perdonato, ma questo peccato non sarà perdonato. Ma non chiunque parla nello Spirito è profeta, ma solo se mantiene le vie del Signore. Perciò dalle loro vie si riconoscerà il falso profeta dal vero profeta. Ogni profeta che ordina un pasto nello Spirito non lo mangia, a meno che non sia davvero un falso profeta. E ogni profeta che insegna la verità, ma non fa ciò che insegna, è un falso profeta. E ogni profeta, che si sia dimostrato veritiero, operando per il mistero della Chiesa nel mondo, senza tuttavia insegnare agli altri a fare ciò che fa lui stesso, non sarà giudicato tra voi, poiché presso Dio ha il suo giudizio; poiché così facevano anche gli antichi profeti. Ma a chiunque dica nello Spirito: ‘Dammi del denaro’ o qualche altra cosa, non gli darete ascolto. Ma se vi dice di dare per gli altri che sono nel bisogno, nessuno lo giudichi.

12. Accogliete chiunque viene nel nome del Signore, e poi mettetelo alla prova per riconoscerlo: perché avrete intendimento per quanto concerne la destra e la sinistra. Se colui che viene è un viandante, aiutatelo per quanto potete, ma non resterà con voi più di due o tre giorni, se necessario. Ma se vuole restare tra di voi ed è un artigiano, lavori e mangi. Ma se, secondo la vostra comprensione, non ha alcun mestiere, badate che, come cristiano, non viva tra voi in ozio. Ma se non vuole farlo, è un mercante di Cristo. Badate di tenerti lontano da costoro.

13. Ogni vero profeta che vuole vivere in mezzo a voi è degno del suo sostegno. Così anche il vero dottore è egli stesso degno, come l’operaio, del suo salario. Prenderai dunque ogni primizia dei prodotti del torchio e dell’aia, dei buoi e delle pecore e la darai ai profeti, perché essi sono i tuoi sommi sacerdoti. Ma se non hai un profeta, dallo ai poveri. Se fai il pane, prendine le primizie e dona secondo il comanda-mento. Così anche quando apri un vaso di vino o di olio, prendi la primizia e dallo ai profeti; e anche del denaro, del vestito e di ogni cosa, prendi le primizie, come ti sembrerà bene, e dà secondo il comandamento.

14. Nel giorno del Signore riunitevi, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato le vostre trasgressioni, affinché il vostro sacrificio sia puro. Ma nessuno che è in contrasto con il suo prossimo si unisca a voi, finché non si sia riconciliato, affinché il vostro sacrificio non venga profanato. Poiché questo è ciò che è stato detto dal Signore: «In ogni luogo e in ogni tempo offritemi un sacrificio puro, perché io sono un re grande, dice il Signore, e il mio nome è mirabile tra le nazioni».

15. Nominatevi dunque vescovi e diaconi degni del Signore, uomini miti, non amanti del denaro, veritieri e provati; poiché anch’essi vi rendono il servizio di profeti e di maestri. Non disprezzarli dunque, perché sono tra voi onorati insieme ai profeti e ai dottori. E rimproveratevi a vicenda, non con ira, ma in pace, come dice il Vangelo. Ma a chiunque agisce male contro un altro, nessuno parli e non venga ascoltato in nulla da voi finché non si sia pentito. Le vostre preghiere, le elemosine e tutte le vostre azioni fatele così come avete letto nel Vangelo di nostro Signore.

16. Fate molta attenzione per il bene della vostra vita. Non si spengano le vostre lampade, né si sciolgano i vostri fianchi; ma state pronti, perché non sapete l’ora in cui il nostro Signore verrà. Ma riunitevi spesso, cercando ciò che conviene alle vostre anime: perché tutto il tempo vissuto nella fede non vi gioverà, se non sarete trovati perfetti nell’ultimo tempo. Poiché negli ultimi giorni si moltiplicheranno i falsi profeti e i corruttori, le pecore si muteranno in lupi e l’amore si muterà in odio. Poiché quando l’iniquità aumenterà, si odieranno, si perseguite-ranno e si tradiranno a vicenda, e allora apparirà l’ingannatore del mondo come Figlio di Dio, e farà segni e prodigi, e la terra sarà consegnata nelle sue mani, e commetterà azioni inique, cose che non si sono mai verificate fin dal principio del mondo. Allora il genere umano sarà avvolto nel fuoco della prova, e molti saranno fatti inciampare e periranno; ma coloro che perseverano nella loro fede saranno salvati dalla stessa maledizione. E allora appariranno i segni della verità: prima il segno dell’espansione nel cielo, poi il segno del suono della tromba. E in terzo luogo, la risurrezione dei morti, ma non di tutti, ma come è detto: “Il Signore verrà e tutti i suoi santi con lui”. Allora il mondo vedrà il Signore venire sulle nuvole del cielo.

Didaché: La dottrina dei dodici Apostoli
Didaché: La dottrina dei dodici Apostoli

DIDACHE’: La dottrina dei dodici Apostoli (I-II sec.)

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