IL “TU SEI PIETRO” NELL’ESEGESI PATRISTICA

La tradizione esegetica patristica è unanime sul significato della “pietra”. L’infallibilità della Chiesa non si fonda su una persona umana ma sulla fede che Dio stesso rivela e che va oltre “la carne ed il sangue”. L’infallibilità non risiede in un qualcosa o in un qualcuno che sia magico ma nella disponibilità dei santi ad accogliere la vera fede, rivelata una volta per sempre da Dio. La Chiesa esisterà fino a quando anche un piccolo resto sarà in grado di accogliere questa rivelazione divina. Come si accorderebbe una supposta infallibilità del “Vicario di Cristo” con il detto evangelico: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8). Per di più un uomo che fosse “infallibile” dovrebbe essere sprovvisto di libero arbitrio perché di fatto non sarebbe libero, non potendo fallire, ogni qual volta proclamasse una verità di fede o di morale “ex Cathedra”. I confini di questo ex Cathedra, poi, evolvono e si modificano ogni qual volta si prende in esame una promulgazione papale problematica. Inutile ricorrere ai tanti errori anche gravi in cui tutti i Patriarchi, quello di Roma incluso, sono incorsi anche nello scritto e nella predicazione intorno alla vera fede.

A titolo di esempio, nel decreto dogmatico della XVIII sessione del terzo Concilio Ecumenico di Costantinopoli, si afferma che:

«poiché non restò inattivo colui che fin dall’inizio fu l’inventore della malizia e che, servendosi del serpente, introdusse la velenosa morte nella natura umana, così anche ora, trovati gli strumenti adatti alla propria volontà: alludiamo a Teodoro, che fu vescovo di Faran; a Sergio, Pirro, Paolo, Pietro, che furono presuli di questa imperiale città; ed anche a Onorio, che fu papa dell’antica Roma; (…); trovati, dunque, gli strumenti adatti, non cessò, attraverso questi, di suscitare nel corpo della chiesa gli scandali dell’errore; e con espressioni mai udite disseminò in mezzo al popolo fedele la eresia di una sola volontà e di una sola operazione in due nature di una (persona) della santa Trinità, del Cristo, nostro vero Dio, in armonia con la folle dottrina falsa degli empi Apollinare, Severo e Temistio» (Mansi, XI, coll. 636-637)

«Con essi riteniamo di bandire dalla santa Chiesa di Dio e di anatemizzare anche Onorio, già Papa dell’antica Roma, perché abbiamo trovato nella sua lettera a Sergio che egli ha seguito in tutto la sua opinione e che ha ratificato i suoi empi insegnamenti» (Mansi, XI, col. 556).

Il 9 agosto 681, alla fine della XVI sessione del medesimo Concilio Ecumenico, vennero rinnovati gli anatemi contro tutti gli eretici e i fautori dell’eresia, compreso Onorio: «Sergio haeretico anathema, Cyro haeretico anathema, Honorio haeretico anathema, Pyrro, haeretico anathema» (Mansi, XI, col. 622).

Le copie autentiche degli atti del Concilio, sottoscritte da 174 Padri e dall’Imperatore, furono inviate alle cinque sedi patriarcali, con particolare riguardo per quella di Roma. Ma poiché sant’Agatone morì il 10 gennaio 681, gli atti del Concilio, dopo più di 19 mesi di sede vacante, furono ratificati dal suo successore San Leone II (682-683). Nella lettera inviata il 7 maggio 683 all’imperatore Costantino IV, il Papa scriveva:

«anatemizziamo gli inventori del nuovo errore, vale a dire Teodoro di Faran, Ciro d’Alessandria, Sergio, Pirro, Paolo e Pietro della Chiesa di Costantinopoli, e anche Onorio, che non si sforzò di mantenere pura questa Chiesa apostolica nella dottrina della tradizione apostolica, ma ha permesso con un esecrabile tradimento, che questa Chiesa intemerata fosse macchiata» (Mansi, XI, col. 733)

Per sfuggire a questo dato di fatto e proclamare il dogma dell’infallibilità papale c’è stato bisogno di inserire tanti se e tanti ma, tante formule e distinguo che di fatto rendono nullo questo “dono” se permane il dubbio della possibilità che un Papa possa essere eretico o sbagliare qualche volta nell’esercizio del suo ministero. Quale certezza può avere il fedele sulle dichiarazioni papali? Sono state fatte ex Cathedra o no? Chi lo stabilisce?

Di fatto, la storia della Chiesa ci insegna che a salvare l’ortodossia siano stati nel tempo diversi Vescovi, diversi Patriarchi e addirittura singoli fedeli: pensiamo a San Massimo il Confessore.

Fatto questo preambolo pubblichiamo il testo esegetico del brano “petrino” del vangelo di Matteo che ha come autore San Cirillo di Gerusalemme e contenuto nelle sue Catechesi:

“Mentre essi erano raccolti attorno a lui, l’Unigenito di Dio li interrogò: «Chi dicono sia il Figlio dell’uomo?». Non fece la domanda per vanagloria, ma per mettere in chiaro la verità, perché essi che pur erano a contatto con la sua divinità non lo sottovalutassero come puro e semplice figlio dell’uomo.

Siccome i discepoli avevano dato per risposta «alcuni Elia e altri Geremia», egli intese dire: «Quanti mi dicono un semplice uomo sono scusabili perché non mi hanno conosciuto; ma voi, apostoli, che nel mio nome avete mondato i lebbrosi, scacciato i demoni, risuscitato morti, non dovreste ignorare in nome di chi potete compiere tali miracoli». Di fronte a una verità superiore alle umane capacità, tutti allora ammutolirono, eccetto il primo araldo della Chiesa, Pietro, la cui fede attingeva non a personale ricerca né ad umano ragionamento, ma al Padre che illumina le menti. Gli rispose non soltanto:

«Tu sei il Cristo», ma aggiunse: «Tu sei il Figlio del Dio vivente». Parole davvero al di sopra delle umane capacità! Perciò il Salvatore lo disse beato e con questo macarisma pose un sigillo alle parole di verità rivelategli dal Padre: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli». Di questa beatitudine dunque partecipa chi riconosce che nostro Signore Gesù Cristo è Figlio di Dio. Chi invece ne nega la filiazione divina è un povero disgraziato”.

Lo stesso sentire ebbero anche i Padri Occidentali:

S. Ambrogio vescovo di Milano († 397) nel “De incarnationis dominicae sacramento” , IV, 32, afferma: «Pietro… ottenne un primato, ma un primato di confessione e non d’onore, un primato di fede e non di ordine»

S. Agostino († 430) nel Sermone 76 – vedere anche Ser. 124 del trattato su Giovanni – scrive: «Il salvatore dice: tu sei Pietro e su questa pietra che tu hai confessata, su questa Pietra che tu hai riconosciuta esclamando tu sei il Cristo, il figlio dell’Iddio vivente, io edificherò la mia Chiesa, vale a dire su me stesso, che sono il figlio dell’Iddio vivente»

Infine Origene († 253) che scrisse nel suo Commento a Matteo: «Se tu immagini che solo su Pietro sia stata fondata la Chiesa che cosa potresti dire di Giovanni, il figlio del tuono, o di qualsiasi altro apostolo? E prosegue affermando che chiunque fa sua la confessione di Pietro, può – come lui – essere chiamato Pietro»

Questa è la verità della fede che purtroppo spesso viene barattata per scopi politici o di convenienza, in Occidente come in Oriente. Una vera riappacificazione tra la vera Chiesa Ortodossa e le altre “Chiese” non può che avvenire nella Verità che è il Signore Gesù Cristo nella sua rivelazione.

Anche storicamente lo scisma del Papa del 1054 vide da una parte della barricata l’interpretazione del suo proprio ministero del Vescovo di Roma, dall’altra parte quella degli altri quattro Patriarcati storici che non gli attribuivano, seguendo i canoni dei Concili Ecumenici, che una preminenza onorifica e non giurisdizionale e neanche dogmatica. Un Patriarca da una parte e quattro patriarchi solidali dall’altra. Valutare quindi che lo scisma sia stato operato dai quattro e non dall’uno in solitudine è storicamente abbastanza arduo non solo pensarlo ma anche sostenerlo e provarlo.




Sant’Ignazio Brianchaninov: Sulla lettura dei Santi Padri

Del Vescovo Ignazio Brianchaninov



Originale russo nell’opera omnia del santo: http://xn--80abexxbbim5e6d.xn--p1ai/tom1/6.shtml


Sulla lettura dei Santi Padri

La conversazione e la compagnia dei vicini hanno un grande effetto su una persona. Una conversazione e una conoscenza con uno scienziato rivelano molte informazioni, con un poeta – molti pensieri e sentimenti sublimi, con un viaggiatore – molta conoscenza dei paesi, della morale e dei costumi delle persone. È ovvio: il dialogo e la conoscenza con i santi comunicano santità. “Col santo sarai santo, e con l’uomo innocente sarai innocente, e con l’eletto sarai eletto” (Salmo 17,25–26) .

D’ora in poi, durante la tua breve vita terrena, che la Scrittura non chiama nemmeno vita, ma cammino, conosci i santi. Vuoi appartenere alla loro società in paradiso, vuoi essere partecipe della loro beatitudine? D’ora in poi entra in comunione con loro. Quando lascerai il tempio del corpo, ti accetteranno come loro conoscente, come loro amico (Lc 16,9).

Non esiste conoscenza più stretta, connessione più stretta della connessione mediante unità di pensieri, unità di sentimenti, unità di intenti (1 Cor 1,10).

Se c’è unanimità di mente, c’è anche unanimità di cuore, c’è sempre un unico obiettivo, lo stesso successo nel raggiungere la meta.

Imparate il pensiero e lo spirito dei Santi Padri leggendo i loro scritti. I Santi Padri hanno raggiunto il loro obiettivo: la salvezza. E voi raggiungerete questa meta per il corso naturale delle cose. Avendo una mentalità unica e unanime con i Santi Padri, sarete salvati.

Il Cielo ha accolto i Santi Padri nel suo seno benedetto. Con ciò testimoniò che i pensieri, i sentimenti e le azioni dei Santi Padri gli piacevano. I Santi Padri hanno espresso nei loro scritti il ​​loro pensiero, il loro cuore, il loro modo di agire. Quindi: quale guida fedele al cielo, testimoniata dal cielo stesso, sono gli scritti dei Padri?

Gli scritti dei Santi Padri furono tutti compilati sotto l’ispirazione o l’influenza dello Spirito Santo. Meravigliosa armonia in loro, meravigliosa unzione! Chi si lascia guidare da essi è, senza alcun dubbio, guidato dal Santo Spirito.

Tutte le acque della terra confluiscono nell’oceano e, forse, l’oceano funge da inizio per tutte le acque della terra. Le Opere dei Padri sono tutte unite nel Vangelo; tutte sono propense ad insegnarci l’esatto adempimento dei comandamenti di nostro Signore Gesù Cristo; di tutte, sia la fonte che il fine è il santo Vangelo.

I Santi Padri insegnano come avvicinarsi al Vangelo, come leggerlo, come comprenderlo correttamente, cosa aiuta e cosa ostacola la sua comprensione. E quindi, prima, trascorri più tempo a leggere i Santi Padri. Quando ti insegnano a leggere il Vangelo, allora leggi innanzitutto il Vangelo.

Non ritenere sufficiente per te la sola lettura del Vangelo, senza leggere i Santi Padri! Questo è un pensiero orgoglioso e pericoloso. È meglio lasciare che i Santi Padri vi conducano al Vangelo, come un loro amato figlio, che ha ricevuto una prima educazione ed istruzione attraverso i loro scritti.

Molti, tutti coloro che follemente e con arroganza rifiutarono i Santi Padri, che si avvicinarono direttamente al Vangelo, con cieca audacia, con mente e cuore impuri, caddero in un errore disastroso. Il Vangelo li ha respinti: ammette solo gli umili.

Leggere le opere dei Padri è generatore e re di tutte le virtù. Dalla lettura delle opere dei Padri apprendiamo la vera comprensione delle Sacre Scritture, la retta fede, il vivere secondo i comandamenti del Vangelo, il rispetto profondo che si deve avere per i comandamenti del Vangelo, in una parola, la salvezza e la perfezione.

La lettura degli scritti patristici, in deroga ai maestri spirituali, divenne la guida principale per coloro che desideravano salvarsi e addirittura raggiungere la perfezione cristiana.[1]

I libri dei Santi Padri, come disse uno di loro, sono come uno specchio: guardandoli attentamente e spesso, l’anima può vedere tutti i suoi difetti.

Ancora una volta, questi libri sono come una ricca raccolta di rimedi medici: in essa l’anima può trovare medicine salvifiche per ciascuno dei suoi disturbi.

Sant’Epifanio di Cipro diceva: “Uno sguardo ai libri sacri eccita alla vita pia”.[2]

La lettura dei Santi Padri deve essere approfondita, attenta e costante: il nostro nemico invisibile, “odiando la voce di affermazione” (Proverbi 11,15), odia soprattutto quando questa voce proviene dai Santi Padri. Questa voce smaschera le macchinazioni del nostro nemico, i suoi inganni, rivela le sue reti, il suo modo di agire: e perciò il nemico si arma contro la lettura dei Padri con vari pensieri orgogliosi e blasfemi, cerca di immergere l’asceta in vane preoccupazioni per distrarlo dalla lettura salvifica, lo combatte con lo sconforto e la noia, l’oblio. Da questa battaglia contro la lettura dei Santi Padri dobbiamo concludere quanto sia per noi salvifica l’arma, tanto odiata dal nemico. Il nemico è molto preoccupato di strapparcela dalle mani.

Ognuno sceglie la lettura dei Padri più adatta al proprio stile di vita. L’eremita legga i Padri che hanno scritto sul silenzio; un monaco che vive in un cenobio, i Padri che hanno scritto istruzioni per i cenobi monastici; un cristiano che vive in mezzo al mondo i Santi Padri che hanno pronunciato i loro insegnamenti per tutto il cristianesimo in generale. Tutti, qualunque sia il loro rango, traggano abbondanti insegnamenti dagli scritti dei Padri.

È indispensabile leggere secondo il proprio stile di vita. Altrimenti sarete pieni di pensieri, anche se santi, ma non realizzati dall’azione stessa, suscitando un’attività infruttuosa solo nell’immaginazione e nel desiderio; le opere di pietà non proprie del vostro stile di vita vi sfuggiranno dalle mani. Non solo diventerete dei sognatori infruttuosi, ma i vostri pensieri, essendo in costante contraddizione con il circolo delle azioni, daranno certamente origine a confusione nel vostro cuore e incertezza nel vostro comportamento, che sono pesanti e dannosi per voi e per i vostri vicini. Se non leggete correttamente le Sacre Scritture e i Santi Padri, potete facilmente allontanarvi dalla via della salvezza in un deserto impervio e in profondi abissi, come è successo a molti. Amen.


NOTE:

[1] P. Neil Sorsky. Regole.

[2] Patericon alfabetico




Cirillo di Gerusalemme: La Sacra Scrittura

La Sacra Scrittura

Queste dottrine ci sono insegnate dalle Scritture divinamente ispirate, dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Il Dio dei due Testamenti è infatti uno solo: nel Nuovo ci ha annunziato il Cristo e nell’Antico ce l’ha preannunziato attraverso la Legge e i Profeti, come un pedagogo che doveva guidarci al Cristo. Infatti, «prima che giungessimo alla fede eravamo come sotto la custodia della Legge», ma «la Legge ci era stata data come pedagogo per condurci a Cristo». Se quindi ti capita di sentir bestemmiare qualche eretico contro la Legge e i Profeti, ribatti ricorrendo alle sue stesse sante parole: «Gesù non è venuto ad abolire ma a completare la Legge». Impegnati a distinguere i libri dell’Antico da quelli del Nuovo, stando in diligente ascolto di quanto t’insegna la Chiesa. Non leggere mai un apocrifo. Perché sprecare tempo e fatica per dottrine controverse quando ancora ignori quella universalmente riconosciuta come certa? Leggi la Sacra Scrittura, i ventidue libri dell’Antico Testamento nella traduzione dei Settanta.

Dopo la morte di Alessandro il Macedone e la divisione del suo impero nei quattro regni di Babilonia, Macedonia, Asia ed Egitto, uno dei re d’Egitto, Tolomeo Filadelfo, il re più d’ogni altro filologo che collezionò libri da ogni parte, sentì dal bibliotecario Demetrio Falereo dell’esistenza della Scrittura, della Legge e dei Profeti. Piuttosto che ottenere i libri usando la costrizione o andando contro la volontà di quelli che ne possedevano, pensò fosse meglio ingraziarseli con donativi e atti di benevolenza, ben sapendo che quanto è dato per costrizione o comunque contro volontà, spesso con l’astuzia finisce nelle mani dello spossessato, perché solo quanto è dato spontaneamente può dirsi un vero e proprio dono. Mandò quindi una grande quantità di donativi ad Eleazaro, allora sommo sacerdote, per il tempio di Gerusalemme, qui dove adesso stiamo, perché gli mandasse sei traduttori presi da ciascuna delle dodici tribù. Volle poi sperimentare l’ispirazione divina della Bibbia.

Sospettando che gli interpreti a lui inviati e lì convenuti potessero manipolarla consultandosi tra di loro, assegnò a ciascuno un posto dove risiedere nella regione detta di Faro vicino ad Alessandria e li invitò a tradurre e ognuno per conto proprio la Scrittura. Essi in settantadue giorni assolsero il loro compito. E il re, messe insieme tutte le traduzioni eseguite in abitazioni diverse e senza scambio di opinioni, le riscontrò concordanti non solo nel senso ma anche nelle parole. Risultò di fatto non un lavoro di umana interpretazione o un’esercitazione letteraria, ma l’autentica Bibbia ispirata dallo Spirito Santo interpretata sotto l’influsso del medesimo Spirito Santo. Leggi i ventidue libri dell’Antico Testamento e non avere mai a che fare con gli apocrifi. Applicati allo studio di quei soli libri che si leggono senza rischio nell’assemblea e che hanno trasmesso gli apostoli e i primi vescovi posti a capo della Chiesa con più sapienza e prudenza di altri. Questo dunque il deposito che tu, figlio della Chiesa, devi custodire senza travisarlo. I libri dell’Antico Testamento, che devi impegnarti a studiare, sono come ho detto ventidue. Se vuoi sapere quali siano, eccoti questo elenco: i primi cinque della Legge, scritti da Mosè: Genesi, Esodo, Numeri, Levitico e Deuteronomio; il sesto che segue di Gesù di Nave; il settimo dei Giudici, che include quello di Rut; cinque libri storici, primo e secondo dei Re che gli ebrei contano per uno, terzo e quarto dei Re che fanno pure un’unità; primo e secondo dei Paralipomeni considerati dagli ebrei un solo libro; primo e secondo di Esdra che anch’essi contano per uno; libro di Ester, dodicesimo della lista e ultimo dei libri storici; cinque libri poetici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste e diciassettesimo il Cantico dei Cantici; poi cinque libri profetici, uno dei dodici profeti minori, uno di Isaia, uno di Geremia che include Baruc i Treni e la Lettera, uno di Ezechiele e uno infine di Daniele che quindi è il ventiduesimo dell’Antico Testamento.

Il Nuovo Testamento ha solo quattro Vangeli autentici; gli altri sono apocrifi; il vangelo secondo Tommaso, scritto dai manichei, del vero Vangelo ha l’odore e il titolo, ma è una vera rovina delle anime dei più semplici. Vanno invece recepiti gli Atti dei dodici Apostoli e le sette Epistole Cattoliche di Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda; le quattordici Epistole di Paolo che infine sigillano le testimonianze dei discepoli.

Tutti gli altri scritti sono apocrifi e tutt’al più hanno valore secondario. Evita di leggerli anche per conto tuo e attieniti, come già detto, ai libri che si leggono nelle assemblee.

Questo ti basti.




30 AGOSTO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

30 Agosto secondo il vecchio calendario della Chiesa

  1. L’ASSEMBLEA DEI SANTI ILLUMINATORI E MAESTRI SERBI

In questo giorno si commemorano non tutti i santi serbi in generale, ma solo alcuni arcivescovi e patriarchi: San Sava, il primo arcivescovo dei serbi chiamato “uguale agli apostoli”; Arsenius, il successore di San Sava, un grande gerarca e operatore di miracoli; San Sava II, figlio del primo re Stefano, che visse a lungo a Gerusalemme ed è chiamato: “Nicodemo, che visse una vita ascetica sulla Santa Montagna [Athos] e fu abate di Hilendar e poi arcivescovo “di tutte le terre serbe e costiere”; Joannicius, prima arcivescovo e poi patriarca dal 1346 d.C. e morto nel 1349 d.C.. D. e morì nel 1349 d.C.; Efrem, un asceta che fu eletto patriarca contro la sua volontà al tempo del principe Lazar nel 1376 d.C.. In seguito si dimise dal trono patriarcale e si ritirò in solitudine; Spiridon, successore di Efrem, che morì nell’anno 1388 d.C.; Macario, che ristrutturò molti antichi monasteri [Zaduzbine], stampò molti libri ecclesiastici a Skadar, Venezia, Belgrado e in altri luoghi. Costruì il famoso refettorio nel monastero di Pec e lavorò molto per far progredire la Chiesa con l’assistenza del fratello Mehmed Sokolovich, il Gran Vezir. Macario morì nell’anno 1574 d.C., Gabriele, nobile di nascita della famiglia Rajich. Partecipò al Concilio di Mosca sotto il Patriarca Nikon, per cui fu torturato dai Turchi per tradimento e impiccato nel 1656 d.C. Insieme a questi sono menzionati anche Eustachio, Giacobbe, Daniele, Gregorio, Giovanni, Sava III, Gregorio, Giovanni, Maksim e Nikon. Molti di loro vissero una vita ascetica sulla Montagna Santa [Athos] e tutti furono “servi miti e fedeli nella vigna del Signore”.

  1. I SANTI ALESSANDRO, GIOVANNI E PAOLO, PATRIARCHI DI COSTANTINOPOLI

Alessandro partecipò al primo Concilio ecumenico di Nicea [325 d.C.] al posto dell’anziano patriarca Metrofane. In seguito, succedette a Metrofane. Quando alcuni filosofi vollero discutere con lui sulla fede, disse a uno di loro: “Nel nome del mio Signore Gesù Cristo, ti ordino di tacere!” e il filosofo divenne muto in quel momento. Con la sua preghiera, accorciò persino la vita di Ario. Alessandro morì all’età di novantotto anni nell’anno 340 d.C. San Giovanni il Digiunatore governò la Chiesa durante il regno del malvagio imperatore Anastasio, eretico acefalo. Morì nel 595 d.C. San Paolo IV governò la Chiesa per cinque anni e otto mesi, poi si dimise dal trono e ricevette segretamente l’abito angelico per pentirsi dei suoi peccati, perché prima si era accordato con gli iconoclasti. Fu il predecessore del grande Tarasio e morì al tempo di Irene e Costantino nell’anno 784 d.C.

  1. IL VENERABILE CRISTOFORO

Cristoforo era un asceta del VI secolo della comunità di San Teodosio. In una visione vide le lampade votive dei monaci diligenti ardere e le lampade votive dei monaci pigri non ardere.

  1. SANT’EULALIO, VESCOVO DI CESAREA IN CAPPADOCIA

Eulalio fu uno dei predecessori di San Basilio. Sconfessò il figlio dal suo rango sacerdotale per aver indossato abiti non consoni ai suoi voti spirituali.

Inno di lode
L’ASSEMBLEA DEI SANTI ILLUMINATORI E MAESTRI SERBI

Eletti di Dio, santi serbi,
Maestri saggi e illuminatori,
Principi spirituali, eroi gloriosi.
Del gregge di Cristo, ottimi pastori,
Dio avete servito, avete rinnegato voi stessi
E fari siete stati per il vostro popolo:
Di caratteristiche divine, uomini portatori di Dio,
Dalla Santa Trinità, la luce che avete ricevuto,
Generosamente l’avete ricevuta e ovunque l’avete dispersa,
E dalle vostre fatiche germogliarono i miracoli.
Sulle orme di Sava, tutti hanno camminato dritti
In tutta la terra serba, hai innalzato la santità,
La fede nella Parola di Dio hai confermato,
Con la nuova veste hai rivestito le anime,
con belle Chiese avete abbellito la terra,
O uomini di Dio, “uguali agli angeli”!
Del popolo serbo siete stati angeli,
Per glorificare Dio, avete insegnato ai serbi,
ad adorare il Salvatore, il Cristo vivente,
e avete servito fedelmente il Santo Vangelo.
In cielo, è per questo che il Signore vi ha glorificato.
e, come candele davanti al popolo serbo, vi ha collocati
Che vivendo in cielo risplendiate sulla terra
Per guidare il vostro popolo alla verità e alla giustizia.
Finché il popolo serbo ammirerà il vostro esempio
Con le vostre preghiere fino ad allora, il popolo vivrà.

Riflessione
Con clamore e disgrazia morirono i rumorosi eretici. E solo la loro morte mostrò l’ira di Dio su di loro a causa delle menzogne che diffondevano e dei disordini che causavano alla Chiesa di Dio. Ario, dopo essere stato condannato a Nicea, un giorno si presentò all’imperatore Costantino e lo pregò di essere accolto nuovamente nella Chiesa. L’imperatore chiese ad Ario se credesse nel Simbolo di fede niceno [il Credo] e lui, furbo, tenne in petto un foglio con la sua confessione di fede eretica e malvagia e battendosi la mano sul petto disse all’imperatore: “Così credo”. L’imperatore pensò che Ario si fosse pentito e lo mandò dal patriarca Alessandro perché lo accogliesse nella Chiesa. In nessun caso Alessandro era disposto a ricevere Ario sapendo che mentiva. Tuttavia, l’imperatore designò un giorno, una domenica, in cui Ario doveva essere ricevuto nella Grande Chiesa [Hagia Sophia]. Alla vigilia di quel giorno, il santo patriarca pregò Dio di accogliere la sua anima prima che l’eretico beffardo fosse accolto nella Chiesa. Quando sorse la domenica del giorno stabilito, il patriarca era a servizio nella Chiesa e Ario, con gli uomini dell’imperatore e i suoi “simili”, si avviò verso la Chiesa. Quando arrivarono alla piazza di Costantino, all’improvviso un dolore, sia nel corpo che nell’anima, invase Ario ed egli cercò un luogo per il bisogno corporeo. Sulla piazza c’era un tale luogo pubblico ed egli vi si recò. La sua scorta attese a lungo e si spazientì per l’attesa. Quando alcuni di loro andarono a vedere cosa fosse successo ad Ario, lo trovarono morto in quel luogo ripugnante, con l’intero intestino versato all’esterno nell’impurità e nel sangue.

Contemplazione
Contemplare le vittorie di Davide sui Filistei (2 Samuele 5 / 2 Re 5):

  1. Come i Filistei attaccarono le terre di Davide e Davide pregò Dio, si mise in cammino e sconfisse i Filistei;
  2. Come i Filistei attaccarono di nuovo e Davide pregò di nuovo Dio e sconfisse i Filistei.

Omelia
Sulla misteriosa ascendenza [generazione] di Cristo

“…E chi dichiarerà la sua generazione?”. (Isaia 53,8).

Come una sorgente nascosta di un grande fiume, così per gli ebrei era nascosta l’ascendenza del Signore Gesù. Leggevano e sapevano che il Messia sarebbe nato a Betlemme, ed è nato a Betlemme, ma non l’hanno riconosciuto. Sapevano che il Messia sarebbe venuto dalla stirpe di Davide e che era nato dalla stirpe di Davide attraverso la Sua Santissima Madre, ma non lo riconobbero. Leggevano che sarebbe nato da una Vergine, che sarebbe fuggito in Egitto e che sarebbe stato chiamato fuori dall’Egitto e che il suo precursore sarebbe apparso prima di Lui, “gridando nel deserto” (Marco 1,3), e che avrebbe brillato come una grande luce nelle tenebre e nell’ombra della terra mortale di Zabulon e Nèftali e tutto il resto che i profeti avevano predetto e scritto come segno della Sua venuta. Eppure, essi non lo riconobbero, ma anzi crocifissero il Re della gloria come un criminale.

Se fosse stato un uomo comune, il profeta si sarebbe informato sulla sua ascendenza e origine? Di chi non si conosce l’ascendenza e l’origine nella storia del popolo d’Israele? La sua ascendenza è nascosta come quella di Melchisedek. Era nascosta per gli ebrei ed è sempre nascosta per i non credenti, ma per noi credenti non è più nascosta. Sappiamo che Egli è “Luce della Luce, Dio vero da Dio vero, generato e non fatto” (Credo niceno). Questo è Lui nell’eternità. Sappiamo che “si è incarnato per opera dello Spirito Santo e della Vergine Maria” [Credo niceano] e che è apparso nel mondo come uomo, come Dio-uomo. Questo è Lui, nel tempo; meravigliosa, misteriosa, gloriosa e maestosa è la sua ascendenza. Quando diciamo tutto ciò che ci è stato rivelato su di Lui, tuttavia, possiamo ancora chiederci: “Chi dichiarerà la Sua generazione [ascendenza]?”. Non perché la Sua ascendenza sia sconosciuta, ma piuttosto perché la Sua ascendenza è irraggiungibile, incomprensibile, al di là dei sensi e della natura.

O Signore Gesù Cristo, nostro Dio, illuminaci con la tua mente divina e innalzaci a te con la tua potenza amante degli uomini.

A Te sia gloria e grazie sempre. Amen.




29 AGOSTO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

29 Agosto secondo il vecchio calendario della Chiesa

  1. LA DECAPITAZIONE DI SAN GIOVANNI IL BATTISTA [MATTEO 14,1-12]

Erode Antipa, figlio dell’Erode maggiore, che fu l’uccisore dei bambini di Betlemme al tempo della nascita del Signore Gesù, era sovrano della Galilea al tempo in cui Giovanni Battista predicava. Questo Erode era sposato con la figlia di Aretas, un principe arabo. Ma Erode, germoglio malvagio di una radice malvagia, abbandonò la sua legittima sposa e prese illegalmente come concubina Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che era ancora in vita. Giovanni Battista si oppose a questa illegalità e denunciò con forza Erode, che poi gettò Giovanni in prigione. Al momento di un banchetto nella sua corte di Sebastia, in Galilea, Salomè, figlia di Erodiade e Filippo, danzò davanti agli invitati. L’ubriaco Erode fu così colpito da questa danza che promise a Salomè che le avrebbe dato qualsiasi cosa lei gli avesse chiesto, anche se fosse stata la metà del suo regno. Convinta dalla madre, Salomè chiese la testa di Giovanni Battista. Erode diede l’ordine e Giovanni fu decapitato in prigione e la sua testa gli fu portata su un piatto. I discepoli di Giovanni presero il corpo del loro maestro di notte e lo seppellirono onorevolmente, mentre Erodiade trafisse la lingua di Giovanni con un ago in molti punti e seppellì la testa in un luogo impuro. Ciò che accadde in seguito alla testa di Giovanni Battista si può leggere il 24 febbraio. Tuttavia, il castigo di Dio si abbatté rapidamente su questo gruppo di malfattori. Il principe Aretas, per ripulire l’onore di sua figlia, attaccò Erode con il suo esercito e lo sconfisse. Lo sconfitto Erode fu condannato dal Cesare romano, Caligola, all’esilio, prima in Gallia e poi in Spagna. Come esuli, Erode ed Erodiade vissero in povertà e umiliazione finché la terra si aprì e li inghiottì. Salomè morì di una morte malvagia sul fiume Sikaris (Sula). La morte di San Giovanni avvenne prima della Pasqua, ma la sua celebrazione fu stabilita il 29 agosto, perché in quel giorno fu consacrata la chiesa costruita sulla sua tomba a Sebastia dall’imperatore Costantino e dall’imperatrice Elena. In questa chiesa furono collocate anche le reliquie dei discepoli di Giovanni, Eliseo e Audius.

  1. LA VENERABILE TEODORA DI SALONICCO

Come moglie di un uomo ricco e devoto, viveva nell’isola di Egina. Ma quando gli arabi minacciarono Egina, si stabilirono a Tessalonica. Lì affidarono la loro unica figlia a un convento che, nel monachesimo, ricevette il nome di Teopista. Poco dopo, il marito di Teodora morì e anche lei si fece monaca. Era una grande asceta. Spesso sentiva canti angelici e parlava spesso alle sorelle: “Non sentite come cantano meravigliosamente gli angeli nel santuario celeste?”. Morì all’età di settantacinque anni nell’anno 879 d.C. Dalle sue reliquie sgorgò la mirra curativa con cui molti furono guariti.

  1. LA SANTA MARTIRE DONNA VASILISSA

Vasilissa soffrì per Cristo a Srem [Serbia].

  1. IL SANTO MARTIRE ANASTASIO

Anastasio era un giovane di Radoviste, diocesi di Strumica. Aveva imparato un mestiere a Tessalonica. I turchi cercarono di costringerlo a diventare musulmano, cosa che egli rifiutò categoricamente e per questo fu torturato e infine impiccato il 29 agosto 1794.

Inno di lode
SAN GIOVANNI IL BATTISTA

O San Giovanni, meraviglioso battezzatore,
del Salvatore, fosti il glorioso Precursore,
Con la tua purezza hai toccato le anime umane.
E, come una tromba impressionante, dal Giordano sei risuonato
tra il sonno e i vizi, risvegliando gli uomini,
quando la scure era vicina alla radice.
A te mi inchino, a te prego:
Ogni tentazione, aiutami a resistere.
Profeta potentissimo, a te mi inchino,
e davanti a te mi inginocchio e davanti a te piango:
Dal tuo cuore, concedimi la forza di un leone,
Dal tuo spirito, concedimi il candore angelico.
Concedimi la tua forza che, con la pratica, possa raggiungere
di essere a Dio sottomesso e dominare su me stesso,
di battezzarmi con il digiuno, di purificarmi con le veglie notturne,
di addolcirmi con la preghiera e la visione del cielo,
E per ogni martirio, camminare senza paura
Con il tuo coraggio e con una fede forte.
O San Giovanni, eletto da Dio,
e glorioso martire per la tua suprema giustizia,
Tu, di cui gli eserciti senza Dio hanno paura
alle mie preghiere non essere indifferente,
ma rafforzami con le tue preghiere,
affinché io stia come un vero cero davanti al Signore.

Riflessione
Se osservate come muoiono gli uomini, vedrete che la morte di un uomo di solito assomiglia al suo peccato. Come è scritto: “Tutti quelli che prendono la spada periranno di spada” (Matteo 26,52). Ogni peccato è un coltello e gli uomini di solito vengono uccisi dal peccato che hanno commesso più facilmente. Un esempio ci viene dato da Salomè, la turpe figlia di Erodiade che chiese e ricevette da Erode la testa di Giovanni Battista su un piatto d’argento. Vivendo in Spagna nella città di Lerida [Loredo] con l’esiliato Erode ed Erodiade, Salomè un giorno si mise in cammino attraverso il fiume ghiacciato Sikaris. Il ghiaccio si ruppe e lei cadde in acqua fino al collo. Gli iceberg le si strinsero intorno al collo e lei si dimenò, danzando con i piedi nell’acqua come un tempo alla corte di Erode. Tuttavia, non riuscì né a sollevarsi né ad annegare, finché un pezzo di ghiaccio tagliente non le staccò la testa. L’acqua portò via il suo corpo e la sua testa fu portata a Erodiade su un piatto, così come la testa di Giovanni Battista. Ecco come una morte terribile assomiglia al peccato commesso.

Contemplazione
Contemplare la giustizia di Davide (2 Samuele 3 / 2 Re 3):

  1. Come Abner, il comandante, un avversario di Davide, si consegnò a Davide fidandosi di lui;
  2. Come Joab, comandante di Davide, uccise Abner;
  3. Come Davide maledisse la casa di Joab e pianse molto per Abner.

Omelia
Sulla guarigione dell’umanità per mezzo delle ferite di Cristo

“E per le sue ferite siamo stati guariti” (Isaia 53,5).

Siamo guariti dalle ferite di Cristo. Così il profeta di Dio profetizza e ora sappiamo che la sua profezia è vera. Grazie alle sofferenze di Cristo, siamo stati salvati dalla sofferenza eterna; grazie al suo sangue tutto puro, siamo stati purificati dalla lebbra del peccato e siamo stati vivificati. Il nostro sangue e il nostro corpo sono diventati impuri a causa delle passioni peccaminose; ma il nostro spirito, nido e fonte dell’impurità corporea, è diventato impuro per primo. Può l’impuro essere purificato dall’impuro? Una biancheria sporca può essere lavata con acqua sporca? Non è possibile.

Solo ciò che è pulito può lavare ciò che è impuro. Anche i pagani ritengono che l’umanità sia impura. Ma essi [i pagani] vogliono purificare l’impuro con l’impuro, in primo luogo invocando spiriti impuri e adorandoli. In secondo luogo, offrendo sacrifici impuri, siano essi umani o animali. Una goccia del sangue di Cristo tuttopuro può purificare l’umanità più di tutti i sacrifici idolatri dall’inizio del mondo. Perché? Perché il sangue di Cristo è puro e tutto il resto è impuro. I medici prendono una goccia di un rimedio forte e, diluendola, vaccinano molte persone per proteggerle dalle malattie. Anche noi diluiamo il sangue di Cristo nel calice con l’acqua e poi lo prendiamo e lo beviamo, perché si dice che quando trafissero il corpo del Signore con la lancia “ne uscì sangue e acqua” (Giovanni 19,34). La potenza di una goccia del Suo sangue è tale che il mondo potrebbe essere bruciato da esso. Questo è il sangue senza peccato, l’unico sangue senza peccato; il sangue più puro, l’unico sangue puro al mondo.

Oh, se gli uomini sapessero qual è il potere della purezza assoluta! Tutti gli impuri dal peccato si precipiterebbero a purificarsi dal Cristo tutto puro e tutti gli indifesi si precipiterebbero a partecipare al Sangue e al Corpo di Cristo [Santa Cena]; e tutti gli increduli crederebbero in Cristo. Perché sono tre e tutti e tre sono puri e tutti e tre purificano: spirito puro, sangue puro e corpo puro, e solo il puro può purificare l’impuro; e ciò che è sano può guarire il malsano; e ciò che è potente può sollevare l’indifeso.

O Signore, nostro onnipotente Signore, purifica noi peccatori con la tua ferita sanguinante, con la tua ferita innocente e tutta pura.

A Te sia dati sempre gloria e ringraziamento. Amen.




San Gabriele (Urgebadze): “Basta dormire,  andiamo ad uscire!”

testo originale in inglese: https://orthochristian.com/155845.html?fbclid=IwAR1pv6nwEtDwj2s2L7XO0bfGgZWA4HyxHsm3MDob686BnihrpMWJm9HWc3c

Nell’aprile 2019, mia figlia Larisa, diciottenne, è stata investita da un’auto. Ero in Chiesa quando mi hanno chiamato e mi hanno raccontato l’accaduto. Di solito quando sono in Chiesa spengo il telefono o metto la modalità silenziosa. Probabilmente è stato il mio intuito materno a farmi capire che qualcosa non andava. Ho preso il telefono e ho urlato con orrore: “Signore, perché?!” E sono corsa fuori dalla Chiesa.

Quando sono arrivata in ospedale, i medici stavano già operando e stavano lottando per salvare mia figlia. Oltre ad alcune fratture gravi, Larisa ha riportato un trauma cranico e una lesione al torace. I medici hanno fatto tutto quello che potevano; hanno eseguito l’intervento con successo, ma mia figlia è caduta in coma a causa del trauma cranico e di altre complicazioni. Per tutto questo tempo ho pregato profondamente San Gabriele per la salvezza di mia figlia. Le sue condizioni rimanevano gravi; i medici non avevano nulla di incoraggiante da dire.

Nella festa della Trasfigurazione del Signore, sono andata in Chiesa e ho partecipato all’eucarestia. Dopo la Comunione, un monaco si avvicinò a me, mi diede una grande prosfora e disse: “Te l’ha data il vescovo”. Poiché il monaco che mi diede la prosfora era curvo e non mi guardava in faccia, non l’ho visto. Ho trovato le sue parole strane, dato che quel giorno c’era solo un prete in servizio, non c’era nessun vescovo lì. Non potevo smettere di chiedermi chi fosse il monaco e quale vescovo mi avesse dato la prosfora.

Passarono diversi giorni e ricevetti una chiamata dall’ospedale. Larisa era uscita dal coma! Corsi con incredibile velocità verso la mia amata unica figlia. Era sveglia! Quando sono andato a trovarla, ha cominciato a piangere… E io ho pianto. Ho fatto tutto quello che potevo per confortarla, compreso dirle che avevo pregato con fervore un certo santo georgiano moderno di nome Anziano Gabriel .

“Mostramelo!” ha chiesto mia figlia.

“Come posso mostrartelo? È un santo; è nel Regno dei Cieli”, dissi perplessa.

“Mostrami una foto, mamma!”

Sono andata online, ho trovato una foto di Batiushka Gabriel e l’ho mostrata a Larisa. La sua reazione mi ha davvero sorpresa e spaventata.

Larisa iniziò a piangere molto. Non è mai andata in chiesa e non capiva perché andassi in chiesa. E poi, che reazione alla foto dell’anziano Gabriel! Quando si calmò un po’, sentii qualcosa di incredibile:

“Mamma, sai, stavo dormendo e ho visto lo stesso prete, ma non potevo svegliarmi o riprendermi. È venuto da me e ha detto che l’amore è al di sopra di ogni cosa al mondo. E oggi è venuto al mio letto e ha gridato: ‘Basta dormire! Andiamo a uscire!’”

Rimasi congelata sul posto e le lacrime iniziarono di nuovo a scendere dai miei occhi. Sai che data era? Il 26 agosto: il compleanno dell’anziano Gabriel! Nel giorno del suo compleanno, il nostro amato Anziano Gabriel ha dato a mia figlia una nuova prospettiva di vita!

Sono passati quattro anni da allora. Mia figlia è diventata attiva in Chiesa e si è unita al coro. Abbiamo ordinato un’icona dell’anziano Gabriele dalla Georgia, che abbiamo messo in un posto ben visibile. E ogni anno, in questo giorno, tutta la nostra famiglia festeggia il compleanno dell’anziano Gabriel. Cantiamo il suo troparion e il suo kontakion, gli leggiamo un akathisto, guardiamo i film su di lui, mangiamo e lo ricordiamo come un grande santo inviatoci da Dio nei nostri giorni difficili.

E sai cos’altro è più sorprendente?… Si scopre che l’anziano Gabriel aveva detto a mia figlia mentre era in coma: “Di’ a tua madre che non dovrebbe rimproverare il Signore, ma solo ringraziarlo”.

Mi sono reso conto del mio errore, di cui mi pento moltissimo. Quando ero in chiesa, quando mi hanno raccontato quello che era successo, ho gridato: “Signore, perché?!” E sono corsa fuori dalla chiesa così in fretta che non ho nemmeno chiesto niente a Dio, e non mi ero pentita di aver protestato con tanta audacia. E le parole dell’anziano Gabriel: “Di’ a tua madre che non dovrebbe rimproverare il Signore, ma solo ringraziarlo”, mi hanno fatto riflettere e mi hanno insegnato una cosa: qualunque cosa accada, devi ringraziare Dio. Devi supplicare, non rimproverare.

Perdonami, o Dio! Ti ringrazio per averci inviato un grande santo come l’archimandrita Gabriele (Urgebadze)! Gloria a Dio!