13 GIUGNO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

13 Giugno secondo l’antico calendario della Chiesa

  1. LA SANTA MARTIRE AQUILINA

Aquilina nacque nella città palestinese di Byblus da onorevoli genitori cristiani. All’età di sette anni, la piccola Aquilina era già completamente informata sulla vera vita cristiana e a dieci anni era così piena di comprensione divina e della grazia dello Spirito Santo che, con grande forza e zelo, predicava Cristo alle sue compagne. Quando iniziò la persecuzione di Diocleziano, qualcuno accusò Aquilina davanti a Volusiano, il deputato imperiale, che era più simile a una bestia che a un uomo. Dapprima Volusiano ordinò che Aquilina venisse fustigata e poi che le venisse conficcata una verga rovente nelle orecchie e nel cervello. Fino all’ultimo momento, la vergine Aquilina confessò liberamente e apertamente Cristo Signore e quando il cervello e il sangue cominciarono a fuoriuscire dalla testa, cadde come morta. Il deputato, pensando che Aquilina fosse davvero morta, ordinò che il suo corpo fosse portato fuori dalla città e gettato su un mucchio di letame perché i cani lo consumassero. Ma un angelo di Dio le apparve di notte e le disse: “Alzati e rimettiti in sesto!”. La vergine si alzò e si rimise in sesto e per lungo tempo offrì lodi di ringraziamento a Dio implorandolo di non privarla di compiere la sua morte da martire. Si udì una voce dal cielo: “Va’, ti sarà fatto come preghi” e Aquilina si avviò verso la città. Le porte della città si aprirono da sole davanti a lei ed ella entrò come uno spirito nel palazzo del deputato e si presentò davanti al suo letto. Il deputato fu colto da una paura indicibile, vedendo viva la vergine che credeva morta. Il giorno seguente, secondo il suo ordine, i carnefici condussero Aquilina fuori per decapitarla. Prima della decapitazione, la vergine Aquilina pregò Dio in ginocchio e consegnò la sua anima. Il boia decapitò la sua testa senza vita. Le sue reliquie diedero la guarigione a molti malati. Aquilina aveva dodici anni quando patì per il Signore: fu incoronata con la corona di martire nell’anno 293 d.C.

  1. SANTO TRIFILLIO, VESCOVO DI LEUCOSIA [NICOSIA] A CIPRO

Trifilo fu discepolo di San Spiridione e poi suo collaboratore nell’isola di Cipro. Fu un uomo misericordioso, puro di pensiero e casto per tutta la vita, “una fonte vivente di lacrime” e un grande asceta. Governò bene il gregge di Cristo e morendo ricevette la corona di fiori tra i grandi gerarchi del cielo. Morì serenamente nell’anno 370 d.C.

  1. SANT’ANNA E SUO FIGLIO GIOVANNI

Accolta come orfana nella casa di un nobile e curata come una figlia adottiva, Anna fu cresciuta ed educata in quella casa. Essendo una degna fanciulla, il nobile la diede in sposa a suo figlio. Quando l’anziano nobile morì, i parenti fecero pressione sul figlio affinché lasciasse la moglie a causa dei suoi bassi natali e ne sposasse un’altra che, per origine e ricchezza, fosse più adatta a lui. Il figlio del nobile temeva Dio e non voleva farlo. Vedendo il marito in conflitto con i suoi parenti, Anna lo lasciò di nascosto e fuggì in un’isola lontana dove non c’era anima viva. Arrivata su quest’isola incinta e in procinto di partorire un figlio, Anna visse per trent’anni una vita di ascetismo, digiunando e pregando. Poi, secondo la Provvidenza di Dio, uno ieromonaco sbarcò su quest’isola, battezzò suo figlio e gli diede il nome di Giovanni. Quest’anima santa Anna visse una vita di ascesi nel V secolo e morì serenamente.

Inno di lode
SANTO TRIFILLIO

San Trifillio era ancora diacono,
leggeva il Salterio e i Vangeli;
e con voce dolce leggeva umilmente al popolo,
e Spiridione, santo, ascoltava con attenzione.
Una volta in chiesa, affollata di gente
lesse il capitolo sul paralitico,
Come il Signore buono, il malato vide,
“Prendi la tua branda”, disse, e il malato se ne andò.
Trifillio, la parola branda con la parola “tana” sostituì,
Poi, disse Spiridione: “Figlio mio, vieni da me!”.
Come, mio caro diacono, cambi le parole,
la parola che il nostro dolce Salvatore ha pronunciato?
Dalla sua bocca uscì la parola “branda
E “tana” hai detto, la Sua parola hai omesso!
Figlio mio, questo è un Libro ispirato dall’Alto,
Perciò, leggiamo tutto ciò che è scritto in esso.
Le parole del Vangelo sono piene di forza
mentre le parole umane sono deboli e decadute.
La branda dell’uomo non è la stessa di una “tana di bestie”.
Perciò, figlio mio, di’ che Dio mi perdoni!
Il diacono Trifillo, resosi conto
si pentì amaramente e e si vergognò molto,
Trifillio benediceva, a causa del suo padre spirituale, San Spiridione.
San Spiridione, glorioso operatore di miracoli.

Riflessione
La mitezza e la gentilezza adornavano i nostri santi e davano loro forza e comprensione per non ricambiare il male con il male. Quando l’imperatore Costanzo, figlio dell’imperatore Costantino il Grande, si ammalò ad Antiochia, chiamò San Spiridione perché pregasse per lui. San Spiridione, in compagnia di Trifillio, suo diacono, partì da Cipro e arrivò ad Antiochia davanti al palazzo imperiale. Spiridione era vestito in modo povero. In testa portava un semplice berretto intrecciato, in mano un bastone di palma e sul petto portava un recipiente di terra che conteneva l’olio preso davanti alla Croce onorata(che a quel tempo i cristiani di Gerusalemme erano soliti portare). Così vestito e per di più sfinito dal digiuno e dalla preghiera e dal lungo viaggio, il santo non rispecchiava in alcun modo il suo rango e la sua dignità. Quando volle mettere piede nel palazzo imperiale, uno dei servi dell’imperatore, credendolo un mendicante qualunque, lo colpì con un pugno sulla guancia. Il santo, mite e gentile, gli porse l’altra guancia. Quando, con grande difficoltà, riuscì a raggiungere l’imperatore, Spiridione gli toccò la testa e l’imperatore si riprese.

Contemplazione
Contemplare il miracoloso camminare del Signore sull’acqua come sulla terraferma:

“E quando gli apostoli lo videro camminare sul mare, furono turbati, dicendo: “È uno spirito” e gridarono per la paura” (San Matteo 14,25):

  1. Come la barca con i discepoli si trovò in difficoltà sulle onde del mare di notte e come il Signore, vedendo ciò, si affrettò a soccorrerli;
  2. Come anche io sono spesso in difficoltà a causa delle tenebre e delle onde delle passioni e come il Signore misericordioso si affretti ad aiutarmi a camminare sulle passioni come su una strada solida.

Omelia
Il cammino della vita e il cammino della morte

“A volte una via sembra giusta all’uomo, ma la fine di essa conduce alla morte!”. (Proverbi 14,12).

A volte all’uomo sembra che la via dei senza Dio sia giusta, perché vede che i senza Dio ottengono ricchezze e hanno successo. Oh, se solo gli fosse dato di vedere la fine di quel cammino! Avrebbe orrore e non percorrerebbe mai quel sentiero.

Se la fine di un sentiero termina con la distruzione, può essere il sentiero giusto? Perciò, o uomo, non dire che un sentiero è giusto se non ne vedi la fine. Tu chiedi: “Come potrei io, uomo debole e miope, percepire la fine di un lungo sentiero?”. In due modi: leggendo le Sacre Scritture attraverso l’esperienza della Chiesa Ortodossa e osservando la fine del percorso di vita di chi vi circonda e di chi muore prima di voi. Tuttavia, la prima via è quella più affidabile e se la seguite, sappiate che non inciamperete nella notte della morte eterna.

Solo la via giusta è quella che è indicata da Dio come giusta. Tutti gli altri sentieri che appaiono giusti alla vostra mente e non coincidono con il sentiero di Dio sono sbagliati e mortali. Ecco, anche le bestie hanno i loro sentieri, ma voi li percorrereste se vi sembrassero giusti? Non andateci, perché alla fine cadrete nelle fauci affamate delle bestie. Il sentiero indicato da Dio, anche se vi sembra sbagliato, è giusto: percorretelo. A causa dei nostri peccati, il cammino di Dio ci sembra talvolta sbagliato. Se fossimo senza peccato e se la nostra mente non fosse distorta dal peccato, non sarebbe possibile per noi, nemmeno per un momento, concepire che un’altra strada sia giusta, tranne quella di Dio. A una mente distorta molti sentieri sbagliati sembrano giusti e l’unico sentiero giusto sbagliato.

O Signore onniveggente, nostra guida, correggi la nostra mente in modo da non essere trattenuti sui sentieri sbagliati. Gesù, Tu sei l’unica Via, Verità e Vita e ciò che immaginiamo al di fuori di Te è una via sbagliata, una menzogna e la morte.

A Te sia gloria e grazie sempre. Amen.