04 MAGGIO
Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic
04 Maggio secondo l’antico calendario della Chiesa
- LA SANTA MARTIRE PELAGIA DI TARSO
Pelagia nacque nella città di Tarso da genitori pagani ma illustri e benestanti. Sentendo parlare di Cristo e della salvezza delle anime dai cristiani, ardeva d’amore per il Salvatore e, nella sua anima, era totalmente cristiana. A quel tempo c’era una terribile persecuzione dei cristiani. Accadde così che l’imperatore Diocleziano si fermò a Tarso e, durante il suo soggiorno, suo figlio, il principe ereditario si innamorò profondamente di Pelagia e volle prenderla in moglie. Pelagia rispose per il tramite della sua nefasta madre che era già stata promessa in sposa al suo Sposo celeste, Cristo Signore. In fuga dal profano principe ereditario e dalla sua malvagia madre, Pelagia cercò e trovò il vescovo Lino, uomo distinto per la sua santità. Istruì Pelagia nella fede cristiana e la battezzò. Allora Pelagia diede via le sue vesti lussuose, molte ricchezze, e tornò a casa confessando alla madre di essere già battezzata. Venuto a conoscenza di ciò e avendo perso ogni speranza di ottenere questa santa vergine per sua moglie, il principe ereditario si pugnalò con una spada e morì. La madre malvagia denunciò sua figlia davanti all’imperatore e gliela consegnò per il processo. L’imperatore rimase sbalordito dalla bellezza di questa giovane vergine e, dimenticando il figlio, si accese di impure passioni verso di lei. Ma poiché Pelagia rimase incrollabile nella sua fede, l’imperatore la condannò ad essere bruciata viva in un toro di metallo, acceso di un fuoco ardente. Quando il carnefice la spogliò, Santa Pelagia si fece il segno della croce e con una preghiera di ringraziamento a Dio sulle labbra, entrò nel toro ardente dove, in un batter d’occhio, si sciolse completamente come cera. Pelagia soffrì onorevolmente nell’anno 287 d.C. I resti delle sue ossa furono acquisiti dal vescovo Lino e li seppellì su una collina sotto una pietra. Al tempo dell’imperatore Costantino Copronymos (741-775 d.C.) in quel punto esatto fu costruita una bellissima Chiesa in onore della santa vergine e martire Pelagia, che si sacrificò per Cristo per regnare eternamente con Lui.
- LO IEROMARTIRE SILVANO, VESCOVO DI GAZA
All’inizio Silvano era in servizio militare ma poi, spinto dalla forza della sua fede, entrò nel servizio spirituale. Accusato di convertire i pagani al cristianesimo, dapprima fu crudelmente torturato e, successivamente, fu decapitato con altri quaranta soldati nell’anno 311 d.C. Diventarono così tutti cittadini del cielo.
- IL VENERABILE NICEFORO
All’inizio Niceforo era cattolico e in seguito abbracciò la fede ortodossa. Visse la vita da asceta come monaco sul Monte Athos con il saggio Theoliptos. Fu maestro del glorioso Gregorio Palamas e scrisse un’opera sull’orazione mentale. Si presentò pacificamente al Signore nel XIV secolo. Niceforo insegnò: “Raccogli la tua mente e costringila ad entrare nel cuore e a rimanervi. Quando la tua mente è stabilita nel cuore, non deve rimanere vuota, ma consentile di eseguire continuamente questa preghiera: O SIGNORE GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA’ DI ME [LA PREGHIERA DI GESÙ]! Non permettere mai che taccia. Per questo entrerà in te tutta la catena delle virtù: l’amore, la gioia, la pace e tutte le altre, per le quali ogni tua richiesta a Dio, in seguito, si realizzerà”.
Inno di lode
SANTA PELAGIA
Pelagia, come un angelo luminoso
Davanti all’imperatore stava, per processo e giudizio;
L’Imperatore dall’aspetto brutale, a lei parlò:
Con il diadema regale ti incoronerò,
Tra le donne, sii mia moglie!
Pelagia rispose coraggiosamente:
Un matrimonio con un pagano, detesto
Mai, o imperatore, sarò tua,
A me cosa offri? Una corona di polvere!
Tre corone ho, con il Signore,
In Cristo, mio eterno Sposo.
La prima corona – per la Fede, l’ho conservata,
La seconda corona – per la mia verginità ho conservato,
La terza corona – la corona del martirio.
Non esitare, imperatore senza Dio,
Questo corpo di polvere – schiaccia,
Schiacciare, tagliare, bruciare e macinare,
Che l’anima, per le nozze presto se ne vada,
Che presto, accanto al mio Sposo, io stia
Il Salvatore, Dio e immortale.
Riflessione
Un uomo giovane e inesperto nel combattimento spirituale sottolinea ogni sua opera buona con l’elogio di sé. Ma il soldato esperto in mezzo alle lotte con passioni e demoni minimizza ogni sua azione e intensifica la sua preghiera per l’aiuto di Dio. Abba Matoes diceva: “Più un uomo è vicino a Dio, più si considera peccatore”. Si conosceva anche il suo detto: “Quando ero giovane, forse pensavo di fare del bene; e ora che sono vecchio, vedo che non ho nessuna buona azione”. Non ha forse detto nostro Signore: “Nessuno è buono se non Uno, cioè Dio” (Mt 19,17). Quindi, se solo l’unico Dio è buono e la fonte di ogni bene, come può essere fatta una buona azione che non sia da Dio? E come può uno che compie una buona azione attribuirla a se stesso e non a Dio? Se è così, con che cosa si può lodare l’uomo mortale? Da niente, se non con Dio e la bontà di Dio!
Contemplazione
Per contemplare il Signore Gesù asceso:
- Come, con la sua ascensione, manifestò la sua natura divina e la sua potenza divina;
- Come, con la sua ascensione al cielo, manifesta all’uomo che esiste un mondo e una vita migliori, più elevati: un mondo e una vita celesti.
Omelia
Sull’idolatria come adulterio
“Giuda, come Israele, contaminava il paese e commetteva adulterio con le pietre e con il legno” (Geremia 3,9).
Che tipo di adulterio fu quello che commisero il popolo d’Israele e di Giuda con pietre e legno? Era l’adorazione di idoli di pietra e di legno. Prima di questo peccato, hanno commesso un altro peccato; si allontanarono dall’adorare il Vero Dio, il Dio Vivente e l’Unico Dio. Perché la loro idolatria si chiama adulterio? Perché, prima erano legati dall’amore per il Vero Dio, il Dio Vivente e l’Unico Dio e poi hanno tradito questo amore e hanno consegnato il loro cuore a strani idoli di pietra e legno. Per questo il Signore chiama la loro idolatria, adulterio.
Questo rimprovero di Dio era meritato solo nei tempi antichi e non nel nostro tempo? E solo da Israele e Giuda e non dai cristiani? Sfortunatamente, questo rimprovero di Dio è pienamente meritevole anche oggi da molti cristiani. In chi l’amore verso il Dio Vero, il Dio Vivente e l’Unico Dio si è raffreddato, e un amore minore si è infiammato verso le cose di pietra e di legno, verso le cose putrescenti e le creature mortali, che commette adulterio e che fa scendere su di sé la rimprovero di Dio. Quindi, quel rimprovero di Dio è appropriato oggi come lo era allora, perché allora gli uomini peccarono senza conoscere Cristo e ora gli uomini peccano conoscendo Cristo.
O fratelli, fino a quando questa oscura idolatria sarà trascinata sulla terra? Fino a quando la terra puzzerà dell’adulterio dell’umanità con i suoi idoli di pietra e legno, d’argento e d’oro, di carne e sangue? Il Cristo Onnipotente non ha distrutto tutti gli idoli in polvere e cenere? Perché ora alcuni si chinano e di nuovo si fanno dèi con quella polvere? A causa delle bugie del diavolo e del loro autoinganno individuale.
O Signore asceso nei cieli più alti, proteggici dalle bugie del diavolo e dal nostro autoinganno. Proteggici dal vergognoso adulterio con gli idoli distrutti dalla tua onorevole croce. Aiutaci o Signore, aiutaci affinché, senza sosta, adoriamo Te l’unico Vero Dio, il Dio Vivente e l’Unico Dio.
A Te sia gloria e grazie sempre. Amen.