29 MARZO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

29 marzo secondo il vecchio calendario della Chiesa

  1. SAN MARCO, CONFESSORE E VESCOVO DI ARETHUSA, IN SIRIA

Le sofferenze di Marco ci vengono raccontate da San Gregorio il Teologo e dal Beato Teodoro. Secondo questo resoconto, Marco, durante il regno dell’imperatore Costantino, distrusse un tempio pagano e convertì molti alla fede di Cristo. Quando Giuliano salì al trono e, poco dopo, apostatò dalla fede di Cristo, anche un cittadino di Aretusa rinnegò Cristo e tornò al paganesimo. Così insorsero contro Marco perché aveva distrutto il loro tempio, chiedendo che ricostruisse il tempio o che pagasse una grossa somma di denaro. Poiché l’anziano Marco si rifiutò di fare una delle due cose, fu fustigato, deriso e trascinato per le strade. Poi gli tagliarono le orecchie con un filo sottile ma resistente. Poi lo spogliarono, lo strofinarono con il miele e lo lasciarono legato a un albero nel caldo dell’estate, affinché fosse punto da vespe, zanzare e calabroni. Il martire di Cristo sopportò tutto senza lamentarsi. Marco era molto vecchio, ma nel suo volto brillava come un angelo. I pagani ridussero ancora di più il prezzo per il loro tempio e alla fine chiesero a Marco una somma insignificante, che avrebbe potuto facilmente dare, ma egli rifiutò di dare anche una sola moneta per questo scopo. La sua pazienza fece un’enorme impressione sui cittadini, che cominciarono ad ammirarlo e a compatirlo. Allora abbassarono il costo del tempio praticamente a zero, per permettergli di vivere. Infine, gli permisero di andare in libertà, e uno dopo l’altro tutti ricevettero istruzioni da lui e tornarono alla fede di Cristo. Nello stesso periodo, nella città di Eliopoli, ai piedi del Monte Libano, Cirillo, un diacono, soffrì per un atto simile. Nel periodo in cui il cristianesimo godeva di libertà, Cirillo distrusse alcuni idoli e, sotto Giuliano l’Apostata, fu brutalmente torturato. I pagani erano talmente in collera contro di lui che, quando lo uccisero, gli strapparono e aprirono le viscere con i denti. Lo stesso giorno in cui San Cirillo soffrì, anche molti altri soffrirono. I pagani dispettosi fecero a pezzi i loro corpi, li mescolarono con l’orzo e li diedero in pasto ai maiali. La punizione li raggiunse rapidamente: tutti i loro denti caddero e dalle loro bocche uscì un fetore insopportabile.

  1. IL VENERABILE GIOVANNI L’EREMITA

Giovanni era figlio di Giuliana, una donna cristiana dell’Armenia. Da giovane lasciò la madre e si ritirò nel deserto, completamente infiammato dall’amore per Cristo Signore. Nel deserto si abbandonò dapprima alla guida di un direttore spirituale, Pharmutius, che era stato ritenuto così degno davanti a Dio che un angelo di Dio gli portava ogni giorno il pane. In seguito, il giovane Giovanni si allontanò e si ritirò in solitudine. Si calò in un pozzo asciutto dove trascorse dieci anni di digiuni, preghiere e veglie. San Pharmutius portò del pane dall’angelo e glielo diede. Affinché Giovanni non si inorgoglisse, l’angelo di Dio non volle dare il pane al giovane Giovanni personalmente, ma attraverso il suo padre spirituale Pharmutius. Dopo dieci anni di difficile mortificazione nel pozzo, San Giovanni si presentò al Signore. Le sue reliquie si rivelarono prodigiose. Visse e fu glorificato da Dio e dagli uomini nel IV secolo.

Inno di lode
IL SIGNORE, EROE DEGLI EROI

Il Signore degli eroi, tutti gli eroi riunisce,
Tutti coloro che possono mantenere la Fede,
Fedeli a Dio e fino alla morte;
E chi può, sopportando le sofferenze,
offrire un ringraziamento a Dio
tanto da essere delle loro sofferenze orgogliosi;
E chi può perdonare gli altri,
e ricevere le offese come lodi;
E ancora, chi può istruire
Dal sentiero peccaminoso alla rettitudine ritornare
con un’anima dolente e compassionevole,
E chi può essere misericordioso,
Nella gioia degli altri, gioire,
e con chi ha il pianto nel cuore, piangere;
E che può, lui stesso, trattenersi
da azioni, parole e pensieri malvagi,
dall’eccesso di bevande e di cibo
Chi non si compiace del suo corpo
ma lo considera una pattumiera temporanea
Sul campo di battaglia, dal quale lotta per preservare
la sua anima donata da Dio per preservarla,
per preservare la fede cristiana,
affinché possa entrare nella città del Paradiso,
dove si trova il Regno del Signore degli Eroi,
Dove, con gli eroi, regna l’Eroe,
Con gli eroi, non di questo mondo.

Riflessione
Gli spiritisti dei nostri giorni accettano ogni manifestazione del mondo spirituale come se fosse inviata da Dio, e subito si vantano che Dio è stato “rivelato” a loro. Conoscevo un monaco ottantenne che tutti rispettavano come grande direttore spirituale. Alla mia domanda: “Hai mai visto in vita tua qualcosa del mondo spirituale?”, il monaco mi rispose: “No, mai, sia lodata la Misericordia di Dio”. Vedendo che ero stupito di questo, disse: “Ho costantemente pregato Dio che non mi apparisse nulla, in modo che, per caso, non cedessi all’orgoglio e ricevessi un diavolo caduto come angelo. Finora Dio ha ascoltato le mie preghiere”. Questo esempio registrato mostra quanto gli anziani fossero umili e prudenti. Il diavolo, vestito della luce di un angelo, apparve a un certo monaco e gli disse: “Sono l’arcangelo Gabriele e sono stato mandato da te”. A ciò, il fratello rispose: “Pensa! Non sei stato mandato da qualcun altro, perché non sono degno di vedere un angelo?”. Il diavolo divenne immediatamente invisibile e scomparve.

Contemplazione
Contemplare il Signore Gesù nella morte:

  1. Come le tenebre avvolgono tutti;
  2. Come la paura entra in tutti i presenti sotto la croce;
  3. Come il capitano della guardia, spaventato, grida: “Veramente questo era il Figlio di Dio!”. (Matteo 27, 54).
  4. Come si è adempiuta la profezia della morte di nostro Signore.

Omelia
Sulla miracolosa apertura dei sepolcri

“Le tombe furono aperte e i corpi di molti santi che si erano addormentati furono risuscitati” (San Matteo 27,52).

Oh, che grande segno! I corpi morti di uomini e donne santi riconobbero Colui che, sulla croce, morì nel dolore; ma le anime morte degli anziani dei Giudei non lo riconobbero. L’intera creazione tremò, ma solo le anime criminali di Anna, Caifa ed Erode non tremarono. I santi morti si mostrarono più sensibili dei peccatori vivi. Come potevano i santi morti rimanere indifferenti nei confronti del loro Creatore sulla croce, quando nemmeno le pietre morte potevano rimanere indifferenti? Com’è possibile che durante questo evento, per il quale la terra tremò e il sole si oscurò, i corpi dei giusti potessero dormire nelle tombe, coloro che hanno adempiuto alla Sua Dispensazione dell’Antico, coloro che hanno sperato in Lui per la vita, coloro che hanno profetizzato su di Lui e, con la speranza in Lui, hanno chiuso gli occhi?

Oh, che grande segno! Oh, che grande conforto per noi che speriamo nella risurrezione! Infatti, secondo la nostra debolezza e la nostra poca fede, potremmo dire: “Veramente Cristo è risorto”. Ma saremo anche noi risorti? Cristo è risorto con la sua stessa potenza, ma come risorgeremo noi? Chissà se Dio ci risusciterà con la sua stessa potenza. Ecco la consolazione, ecco la prova: “Le tombe furono aperte e i corpi di molti santi che si erano addormentati furono risuscitati”. Questo significa che la morte non è riuscita ad annientare nemmeno l’uomo comune. Questo significa che coloro che sono molto più in basso di Cristo non sono morti come pietre, ma sono vivi come angeli. Questo significa che un giorno anche i nostri corpi usciranno dalle tombe, che vivremo anche noi. Tutto ciò che il Signore ha detto è comprovato e trabocca di innumerevoli testimonianze. Conoscendo la debolezza della nostra fede, Egli ha dimostrato la profezia della sua risurrezione non solo con la sua particolare risurrezione, ma anche con la risurrezione di molti corpi dai sepolcri al momento della sua morte.

O fratelli, nessuno di noi avrà la minima scusa per non credere nella vita dopo la morte.

O Signore, Onnipotente, rafforza i fedeli nella fede e riporta gli infedeli alla fede.