18 MARZO

18 MARZO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

18 marzo secondo il vecchio calendario della Chiesa

1. SAN CIRILLO, ARCIVESCOVO DI GERUSALEMME

Cirillo nacque a Gerusalemme durante il regno di Costantino il Grande e morì durante il regno di Teodosio il Grande [315-386 d.C.] Fu ordinato sacerdote nel 346 d.C. e successe al trono del Beato Massimo, Patriarca di Gerusalemme nel 350 d.C. In tre occasioni fu detronizzato e bandito in esilio fino a quando finalmente, durante il regno di Teodosio, fu restaurato e visse pacificamente per otto anni e poi consegnò la sua anima al Signore. Subì due dure lotte: una contro gli Ariani, che divennero potenti sotto Costanzo, figlio di Costantino, e l’altra durante il regno di Giuliano l’Apostata [questo voltagabbana] e con gli Ebrei. Al tempo del dominio degli ariani e nel giorno di Pentecoste, apparve un segno di croce, più luminoso del sole, che si estendeva su Gerusalemme e sul Monte degli Ulivi e durò per diverse ore, dall’ora nona del mattino. Riguardo a questo fenomeno, visto da tutti gli abitanti di Gerusalemme, fu scritto un rapporto all’imperatore Costanzo e servì molto per ristabilire l’Ortodossia contro gli eretici. Durante il tempo dell’Apostata, si verificò ancora un altro segno. Per umiliare i cristiani, Giuliano convinse gli ebrei a restaurare il tempio di Salomone. Cirillo pregò Dio che ciò non accadesse. Ci fu un terribile terremoto che distrusse tutto ciò che era stato costruito di recente. Quindi gli ebrei iniziarono di nuovo la restaurazione. Di nuovo ci fu un terremoto che distrusse non solo la parte di nuova costruzione, ma rovesciò e disperse le vecchie pietre che sostenevano il Tempio sotto terra.  E così si sono avverate le parole del Signore che “Questo santo fu un arcipastore unico e un grande asceta. Era mite e umile, sfinito dal digiuno e pallido. Dopo una vita di molte fatiche e nobili lotte per la fede ortodossa, Cirillo morì pacificamente e prese dimora nell’eterna corte del Signore. 

2. ANINUS, IL MERAVIGLIOSO

Anino nacque a Calcedonia. Era di bassa statura come l’antico Zaccheo, ma grande nello spirito e nella fede. Si ritirò dal mondo a quindici anni e si stabilì in una capanna vicino al fiume Eufrate dove pregò Dio ed espiò i suoi peccati, dapprima con il suo maestro Mayum e, dopo la sua morte, da solo. Attraverso il potere delle sue preghiere, riempì d’acqua un pozzo asciutto, guarì i malati di varie malattie e addomesticò le bestie feroci. Un leone ammaestrato lo accompagnava ed era sempre al suo servizio. Ha intravisto il futuro. Quando Pionius, uno stilita, fu assalito e duramente picchiato dai ladri a una certa distanza da Aninus, Pionius decise di scendere dal pilastro e procedere a lamentarsi con i giudici. Sant’Anino “lesse l’anima” di questo stilita e la sua intenzione. Mandò una lettera a Pionius, tramite il suo leone, consigliandolo di abbandonare la sua intenzione, di perdonare i suoi assalitori e di continuare nel suo ascetismo. La sua carità era inesprimibile. Il vescovo di Neo-Cesarea gli regalò un asino per alleviare il peso del trasporto dell’acqua dal fiume, ma egli diede l’asino a un uomo bisognoso che si era lamentato con lui della sua povertà. Il vescovo gli presentò un altro asino e lui lo diede via. Alla fine, il vescovo gli diede un terzo asino, non solo per servire come portatore d’acqua, ma anche per Anino che doveva accudire e poi restituire. Prima della sua morte, Anino vide Mosè, Aronne e Or [asceta egiziano] avvicinarsi a lui, e gli gridarono: “Anino, il Signore ti chiama, alzati e vieni con noi”. Lo rivelò ai suoi discepoli e poi consegnò la sua anima al Signore, che servì fedelmente.

Inno di lode

SAN CIRILLO DI GERUSALEMME

Davanti all’altare brilla un grande lume da santuario,

e una piccola lampada del santuario con una fiamma più piccola,

Ma l’uno e l’altro emanano la stessa luce

E davanti allo stesso Dio, risplendono con un bagliore.

Entrambi, grandi santi e piccoli santi

Con la stessa fiamma di Cristo accesi.

Tra i grandi santi, una grande lampada da santuario,

la Santa Chiesa enumera San Cirillo.

Ha spiegato e confermato la fede,

Tutto ciò che diceva a parole, lo confermava con la vita.

La sua parola era dello Spirito Santo,

e la sua vita, un riflesso della fiamma del cielo.

Svergognò Ario e schiacciò Giuliano,

E per molte anime malate fu un balsamo.

Di parola in parola, credette a Cristo

Perciò la sua parola risuona come oro;

E continua ancora oggi, per i deboli e per quelli di poca fede,

incoraggia e rende gioiosi i giusti credenti in Cristo.

Per questo la Chiesa glorifica e onora Cirillo,

Nel corso dei secoli, il nome di Cirillo riecheggia.

Riflessione

Ci sono molte persone vendicative che pensano che il tempo abbia portato la grandezza a Cristo, e come, nei primi secoli del cristianesimo, il Signore non fosse considerato così come fu pensato poi nei tempi successivi. Niente è più facile che reprimere questa falsità. Ecco come scrive San Cirillo di Gerusalemme riguardo al Cristo Signore: “Questi è Colui che è e Colui che era, [Egli è] consustanziale al Padre, [Egli è] l’Unigenito, [Egli è] ugualmente intronizzato , [Egli è] uguale in potenza, [Egli è] Onnipotente, [Egli è] senza inizio, [Egli è] non creato, [Egli è] immutabile, [Egli è] indescrivibile, [Egli è] invisibile, [Egli è] inesprimibile, [Egli è] incomprensibile, [Egli è] incommensurabile, [Egli è] insondabile, [Egli è] incirconscritto [Egli è] lo “splendore della gloria di suo [Padre]” (Ebrei 1,13). Egli è il Creatore [Autore] della sostanza di tutte le cose create. Egli è la Luce della Luce, che risplende dal seno del Padre. Egli è il Dio degli dei “che tale è Dio, il nostro Dio nei secoli dei secoli” (Salmo 48,15), e Dio di Dio che ci dà la conoscenza di Se stesso. Egli è la fonte della vita “Poiché presso di te è la fonte della nostra vita” (Sal 36,9), che sgorga dalla fonte della vita del Padre. Egli è il Fiume di Dio; “C’è un fiume i cui ruscelli allieteranno la città di Dio” (Salmo 46,4), “Il fiume di Dio è pieno d’acqua” (Salmo 65,9) Che esce dall’infinito di Dio ma non è separato da lui. Egli è il Tesoro dei doni buoni e delle benedizioni infinite del Padre. Egli è l’Acqua Viva che dà vita al mondo. “Ma chi beve l’acqua che io vi darò non avrà mai sete;

Contemplazione

Per contemplare il Signore Gesù deriso sulla croce:
1. Come hanno scritto questo disprezzo sopra la sua testa, “Re dei Giudei” San Matteo 27,37 – San Marco 15-27 – San Luca 23,38);

2. Come i passanti lo disprezzavano, scuotendo la testa e insultandolo;

3. Come anche il ladrone sulla croce lo insulta;

4. Come anche lungo i secoli lo disprezzano i persecutori dei cristiani.

Omelia

A proposito del Re che non vuole difendersi con un esercito
“Pensate che io non possa invocare il Padre mio ed Egli non mi fornirà in questo momento più di dodici legioni di angeli” (S. Matteo 26,53).
Così parlò il Signore al discepolo che sguainò la spada per difendere il suo Maestro nell’orto del Getsemani. È evidente da queste parole che il Signore avrebbe potuto difendersi, se avesse voluto, non solo da Giuda e dalla sua compagnia di guardie, ma anche da Pilato e dai capi dei Giudei. Perché la potenza di un angelo è maggiore del più grande esercito di uomini, molto meno della potenza di dodici legioni di angeli.

Il Signore non ha voluto chiedere questo aiuto al Padre. Nella Sua preghiera nel Getsemani, disse a Suo Padre: “Sia fatta la tua volontà” (S. Matteo 26,42). Con ciò conobbe subito la Volontà del Padre e che era necessario che si abbandonasse alla sofferenza. Era d’accordo con la Volontà del Padre e si incamminò sulla via della sofferenza. Era necessario permettere che lo sfondo fosse ritratto più cupo affinché la risurrezione fosse più luminosa. Era necessario permettere al male di competere il più possibile perché, dopo, esplodesse e si disintegrasse nel nulla. Bisognava permettere al male di gridare forte perché, subito dopo, rimanesse muto davanti alla miracolosa risurrezione. Era necessario che tutte le azioni malvagie degli uomini contro Dio fossero manifestate in modo che potessero vedere e valutare l’amore e la misericordia di Dio verso l’umanità. Gli angeli di Dio non furono inviati per difendere Cristo dagli ebrei; anzi, gli angeli di Dio furono mandati, dopo tre giorni, ad annunciare la santa risurrezione di Cristo.

O Signore, Onnipotente e Misericordioso, abbi pietà di noi e salvaci!

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