16 marzo

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

16 marzo secondo il vecchio calendario della Chiesa

1. IL SANTO APOSTOLO ARISTOBOLO, UNO DEI SETTANTA APOSTOLI



Nato a Cipro, Aristobulo era il fratello dell’apostolo Barnaba. Ha seguito l’apostolo Paolo, che lo menziona nella sua Lettera ai Romani dicendo: “Salutate quelli che appartengono alla famiglia di Aristobulo” (Romani 16,10). Quando il grande apostolo nominò molti vescovi nelle varie parti del mondo, nominò Aristobulo vescovo degli inglesi, cioè dell’Inghilterra. In Gran Bretagna la gente era selvaggia, pagana e malvagia. Aristobulo sopportò molte indescrivibili torture, disgrazie e malvagità tra loro. Lo colpivano e lo picchiavano senza pietà, lo trascinavano per le strade, lo schernivano e lo deridevano. Finalmente questo sant’uomo ebbe successo per la potenza della Grazia di Dio. Illuminò il popolo, lo battezzò nel nome di Cristo Signore, costruì chiese, ordinò sacerdoti e diaconi e, infine, si addormentò in pace entrando nel Regno del Signore, che aveva servito nella fede.(*)

(*) Nel Synaxarion greco è menzionato in questo giorno anche il Venerabile Christodulos. Egli visse una vita ascetica sull’isola di Patmos, dove ha costruito un monastero dedicato a San Giovanni il Teologo. Morì nell’anno 1111 d.C. Molti miracoli avvennero sulle sue reliquie.

2. IL SANTO MARTIRE SABINO

Sabino era un siro della città di Hermopolis e un funzionario di quella città. Al tempo di una persecuzione contro i cristiani, si ritirò su un monte con un gran numero di altri cristiani e si rinchiuse in una capanna, dove trascorreva il suo tempo nel digiuno e nella preghiera. Un mendicante, che gli portava del cibo e per il quale Sabino compì una buona azione, lo denunciò. Come fece Giuda con Cristo, così anche questo sfortunato tradì il suo benefattore per due monete d’oro. Sabino, con altri sei, furono arrestati, legati dai soldati e processati. Dopo grandi ed enormi sofferenze fu gettato nel fiume Nilo dove consegnò la sua anima a Dio nell’anno 287 d.C.

3. I SACERDOTI-MARTIRI TROFIMO E TALLO

Sono nati in Siria ed erano fratelli di nascita. Hanno apertamente e liberamente predicato Cristo e denunciato la follia degli Elleni [Greci] e dei Romani. I pagani infuriati decisero di farli lapidare a morte, ma quando iniziarono a scagliare pietre su questi due santi fratelli, le pietre tornarono indietro e colpirono gli assalitori ed i fratelli rimasero illesi. In seguito furono entrambi crocifissi. Dalle loro croci i fratelli insegnavano e incoraggiavano quei cristiani che stavano intorno addolorati. Dopo molta agonia presentarono le loro anime al Signore al quale rimasero fedeli sino alla fine. Soffrirono onorevolmente nell’anno 300 d.C., nella città di Bofor.

Inno di lode

SANTI TROFIMO E TALLO

Due fratelli di sangue pervasi dallo Spirito,
illuminati e rigenerati dalla fede,
questi due fratelli, sulla Croce crocifissi,
consigliavano le masse dei credenti nella giustizia:

O fratelli, perché a noi, dal basso, guardate?
Non piangete amaramente a causa delle nostre difficili sofferenze!
Cristo nostro Salvatore, autore di azioni eroiche,
a causa di tali sofferenze, il Redentore Egli divenne,
il Redentore dell’intero genere umano.

Ascoltandolo, veniamo salvati.
Obbedì al Padre, e discese sulla terra,
soffrì e risuscitò, ascese al Cielo.

A Lui diamo ascolto e sopportiamo le sofferenze,
attraverso le sofferenze, camminiamo nel suo regno.

Non temete fratelli, né fuoco né spada,
la giustizia di Cristo, del mondo intero è più forte.
Non temete fratelli, né provate dolore per voi stessi,
per la salvezza eterna, rinnegate voi stessi.

Tutte le sofferenze sono piccole, banali e sopportabili,
rispetto alle ricompense del Paradiso, eterne e sublimi.
Il mondo, falsa maschera, è una folle illusione,
l’Eternità è la nostra vera patria.

Date il mondo a coloro che amano la menzogna del mondo,
e a causa della menzogna perdono la vita e la verità,
voi cogliete la perla sopra il fango del mondo –
ascoltate, fratelli, a Trofimo e a Tallo!

Riflessione

Se adempiamo alla legge di Dio nei nostri pensieri, quanto sarà più facile adempierla nelle nostre azioni? Cioè, se non trasgrediamo la legge di Dio nei nostri pensieri, quanto sarà più facile non trasgredirla nelle nostre azioni? O ancora, se il nostro cuore, la nostra lingua, le nostre mani e i nostri piedi sono con Dio, allora tutto il nostro corpo non può essere contro Dio. Cuore, cuore, prepara il tuo cuore per Dio. Consacralo a Dio, adora Dio, adempi la legge di Dio in esso, uniscilo a Dio, e tutto il resto seguirà e sarà governato dal cuore. Non è colui che tiene il raggio della ruota a guidare la ruota, ma colui che ne tiene l’asse. Il cuore è l’asse del nostro essere. Parlando dei comandamenti di Dio, il venerabile Esichio dice: “Se ti costringi a compierli con il pensiero, allora raramente avrai bisogno di sforzarti per compierli in pratica”. Cioè, se ponete il vostro cuore in Dio, come su un asse, allora le ruote seguiranno facilmente e comodamente l’asse. In altre parole, ogni uomo seguirà il proprio cuore. “La tua legge è nel mio cuore” (Salmo 40,9), dice il saggio Davide.

Contemplazione

Contemplare il Signore Gesù come cammina sotto la croce verso il Golgota:

1. Come porta con calma e pazienza la sua croce;
2. Come gli tolsero la croce e la diedero a Simone di Cirene; come ha portato la croce camminando dietro a Cristo;
3. Come guardò le donne di Gerusalemme, che piangevano, e disse loro: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me: piangete piuttosto su voi stesse e sui vostri figli» (Lc 23,28), dichiarando con questa la sua vittoria e la sconfitta dei suoi assassini.

Omelia

Il rimprovero di Cristo come ricchezza

“Per fede Mosè considerò il rimprovero più dei tesori d’Egitto, perché, guardando alla ricompensa, era per l’Unto una ricchezza più grande” (Ebrei 11, 24-26).

Mosè non voleva rimanere nel palazzo del faraone né essere chiamato figlio adottivo del faraone. Desiderando di più, “scelse di essere maltrattato insieme al popolo di Dio piuttosto che godere del piacere effimero del peccato” (Ebrei 11,25). Quanto era diverso Mosè dai suoi discendenti [gli ebrei], che per motivi “faronici” condannarono a morte il Re della Gloria! Tutti loro avrebbero voluto vivere ancora un anno nella corte decadente del faraone piuttosto che viaggiare con Dio per quarant’anni nel deserto. Mosè lasciò tutti gli onori, tutte le ricchezze e tutte le vanità, che solo la ricchezza dell’Egitto poteva fornire. Per ordine di Dio, Mosè si mise in cammino attraverso il deserto affamato e assetato, con la fede che oltre c’era la Terra Promessa. Tutto questo significa anche tenere il “rimprovero dell’Unto [Cristo]” al di sopra di tutte le ricchezze dell’Egitto.

Il “rimprovero dell’Unto [Cristo]” è ciò di cui gli uomini di questo mondo, con un potente fetore di terra, si vergognano in Cristo. È la povertà di Cristo sulla terra, il suo digiuno, la sua veglia, la sua preghiera, il suo vagare senza un tetto sul capo, la sua condanna, la sua umiliazione e la sua morte vergognosa. Questo “rimprovero dell’Unto [Cristo]” era apprezzato dagli apostoli e, dopo di loro, da innumerevoli santi, che lo ritenevano una ricchezza maggiore di tutte le ricchezze del mondo intero. Dopo questi situazione non dignitosa, il Signore è risorto e ha aperto le porte del cielo e ha rivelato la Terra Promessa del Paradiso, nella quale ha condotto l’umanità lungo il sentiero del suo rimprovero o il deserto della sua sofferenza.

O Signore, glorificato e risorto, aiutaci a conservare incrollabilmente ogni goccia del tuo sudore e del tuo sangue come un tesoro più grande di tutte le ricchezze del mondo.