San Massimo il Confessore (580 – 662)
dall’opera “Discorso Ascetico”
Lo scopo dell’incarnazione di Dio
1. Un fratello interrogò un vecchio dicendo: — Ti chiedo di dirmi, o padre: quale fu lo scopo per cui il Signore divenne uomo?
Ed il vecchio rispondendo disse: — Mi meraviglio di te, o fratello, perché mi interroghi intorno a ciò, pur ascoltando ogni giorno il simbolo della fede. Tuttavia ti dico che lo scopo per cui il Signore divenne uomo fu la nostra salvezza.
Ed il fratello chiese: — Come dici, o padre?
Ed il vecchio rispose: — Poiché dunque l’uomo, creato all’inizio da Dio e posto nel paradiso, avendo trasgredito il comandamento, soggiacque alla corruzione ed alla morte, di conseguenza, pur governato dalla varia provvidenza di Dio per ogni successiva generazione, continuava a rimanere decaduto nello stato peggiore, spinto dalle diverse passioni della carne alla disperazione della vita. Per questo l’unigenito Figlio di Dio, il Verbo anteriore al tempo procedente da Dio Padre, la fonte della vita e dell’immortalità, apparve a noi che giacevamo nell’oscurità e nell’ombra della morte (Mt 4,16 – Lc 1-79); incarnatosi dallo Spirito Santo e dalla Santa Vergine, ci indicò il modo di una vita divina e, dopo averci impartito santi precetti ed aver annunziato il regno dei cieli a chi vive secondo essi e minacciato eterno castigo a chi li viola, sofferta la passione salvatrice e risorto dai morti, ci donò la speranza della risurrezione e della vita eterna. Tolta mediante la sua ubbidienza la condanna della colpa dei progenitori ed annientata con la morte la potenza della morte (Eb 2,14), affinché, come tutti muoiono in Adamo, cosi tutti siano vivificati (1 Cor 15,22); asceso ai cieli e postosi alla destra del Padre, fece discendere io Spirito Santo in pegno della vita e ad illuminazione e santificazione delle nostre anime ed in aiuto di chi lotta per la propria salvezza per custodire i suoi precetti. Questo fu lo scopo per cui il Signore divenne uomo, a dirla in breve.